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Fin dalla sua creazione, la Repubblica islamica del Pakistan è stata influenzata da varie ideologie islamiche promosse da diversi governi. Inoltre il paese, anche dopo essere diventato indipendente, ha ereditato molte leggi di epoca britannica, tra cui l’articolo 377, quello a cui si fa più ricorso contro gli uomini gay. Poiché l’intera società è fortemente influenzata dalla religione, l’omosessualità resta un tabù. Tutte le principali correnti islamiche vietano completamente l’omosessualità, e tuttavia non si può negare l’esistenza di una popolazione omosessuale nella società pachistana.

Haseeb Rathore è un ragazzo gay di Lahore, in Pakistan, che si è “riconosciuto” e sentito diverso dagli altri già da piccolino, anche non gli era consentito esprimere i propri sentimenti. Come altri ragazzi gay, Haseeb ha fatto del suo meglio per essere accettato, ma gli è andato tutto storto. Durante la scuola elementare, il college e anche nella sua vita professionale, si sentiva messo alle strette, esposto al bullismo di parenti, compagni di classe e colleghi.

Haseeb è sempre stato indipendente e ha lasciato presto la casa dei suoi genitori perché la sua famiglia voleva che cambiasse il suo orientamento sessuale o se ne andasse. Haseeb si è ritrovato senza un posto dove andare e non ha avuto altra scelta che trovare rifugio a casa di un amico. È a questo punto che Il Grande Colibrì è venuto a sapere della storia di Haseeb e ha colto l’opportunità di intervistarlo sulla sua identità di musulmano gay in Pakistan.

Cosa significa essere gay nella Repubblica islamica del Pakistan?

Essere una minoranza di genere in Pakistan è la cosa peggiore. Questo è un paese in cui la discriminazione basata sul colore, sulla casta, sull’etnia e sulla ricchezza è molto comune, ma quando si parla di sessualità, di ipocrisia e di doppio standard la situazione diventa insostenibile per le minoranze di genere. È più facile vivere una vita nascosta che vivere apertamente in pubblico.

Come vivono gli uomini gay in Pakistan?

La maggior parte dei gay trascorre la propria vita tra i sensi di colpa, portando con sé un fardello di peccati. Nella nostra società abbiamo solo due opzioni: una è fare coming out e vivere una vita orribile ed essere vittima di bullismo; l’altra è nascondere la propria sessualità per il resto della vita. La gente di solito sceglie la seconda opzione. Ci si sposa e si inizia a vivere una doppia vita: una per la famiglia e la società, l’altra per la propria soddisfazione. Ciò rende la vita molto penosa, si vive con la costante minaccia di essere scoperti. Pochissimi uomini si dichiarano, e chi lo fa riceve pochissimo sostegno dalla famiglia e dalla società.

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Le persone transgender godono di una certa accettazione nella società pachistana: com’è fare coming out con un collega o con un amico?

Credo che ci sia ancora molta intolleranza nei confronti delle persone transgender: anche se ottengono riconoscimenti e alcune di loro sono persone di spicco, la lotta inizia in giovane età ed è sempre la stessa, non c’è differenza. Devono subire lo stesso bullismo a scuola, la stessa stigmatizzazione da parte della società. Mi chiedo: se le persone transgender sono davvero accettate nella nostra società, allora perché non si vede un transgender fare coming out a 12 anni?

Per un gay, poi, fare coming out con un collega o un amico è proprio pericoloso. A volte i colleghi credono di potersene approfittare sessualmente in ogni modo, mentre un amico può spianare la strada alla famiglia e alla società, rendendoti la vita orribile. Almeno così è stato nel mio caso.

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Come concili la tua sessualità con la tua religione?

Preferirei non commentare. Secondo la definizione dell’islam, la mia religione forse non accetta la mia sessualità, ma la mia fede in Allah non può essere cambiata. È così che sono nato: accettalo e fattene una ragione!

Puoi descriverci il bullismo omofobo in Pakistan?

La forma peggiore di bullismo in Pakistan è quello contro i gay. Direi che i ragazzi effeminati sono i più bullizzati. In alcuni casi sono bloccati in una situazione che non possono ignorare, da cui non possono scappare facilmente. I giovani omosessuali vengono bullizzati con espressioni estremamente umilianti, come “gandoo” [qualcuno che ama essere scopato, in urdu e punjabi; ndr], “bund” [culo, in punjabi; ndr], “cake” [torta, ma anche checca, in inglese; ndr]… Nessuno della nostra comunità è lì per aiutarli con il trauma che stanno subendo.

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Come membri più maturi di una comunità, dovrebbe essere nostra responsabilità occuparci di loro, ma al momento siamo talmente impegnati con i nostri problemi che ignoriamo completamente le vittime di bullismo, le lasciamo sole ad affrontare di tutto.

In che modo una famiglia pachistana di solito discrimina un figlio queer? La discriminazione è motivata più dalla religione o dalla cultura?

Le famiglie pachistane discriminano i figli queer perché credono che abbiano qualche disturbo mentale. Tengono i bambini lontani dai loro parenti, a volte i fratelli li ripudiano in pubblico e a volte i figli queer, specialmente quelli transgender, vengono cacciati dalla casa dei genitori. È difficile dire se si tratta di una discriminazione religiosa o culturale, dal momento che tantissime persone non conoscono nemmeno la differenza tra valori culturali e religiosi. Alcune persone seguono la cultura considerandola religione e paradossalmente non saranno mai in grado di scoprirne la differenza.

Le relazioni gay sono possibili in Pakistan?

Certamente, le relazioni gay sono possibili in Pakistan. A volte si sviluppano tutte “dentro l’armadio”, a volte sono vissute alla luce del sole, a seconda di quanto sei privilegiato e di quanta pressione puoi sopportare dalla società e dalla famiglia.

Qual è il futuro delle persone LGBTQIA in Pakistan?

Il futuro dipende tutto da noi. Le persone stanno accettando sé stesse e rendono gli altri consapevoli delle proprie capacità. Le persone LGBTQIA lentamente si stanno unendo, mettendo da parte le differenze all’interno della comunità. Sicuramente i risultati delle campagne clandestine e del nostro impegno saranno presto visibili.

Faysal Zia (Sunny)
traduzione di Pier Cesare Notaro
©2018 Il Grande Colibrì
foto: Haseeb Rathore per Il Grande Colibrì

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