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C’è un giudice in Germania che vuole la prova che due gay russi, scappati dalla persecuzione (ma non da leggi  che vietino l’omosessualità), siano una coppia. In assenza di prove i due dovranno tornare in Russia, dove di sicuro non li aspetta una buona accoglienza. Pavel Tupikov e Igor Popialkovskii non sono stati certo fortunati: in Russia, dove il 63% della popolazione considera inaccettabile essere gay, un ex di Igor è stato ucciso con 22 coltellate lo scorso anno da un omofobo che gli aveva teso una trappola attraverso una app per incontri, ricevendo una condanna a soli otto anni di carcere malgrado la pena prevista per l’omicidio volontario arrivi fino a vent’anni [Vice].

La coppia negata

Poi arrivi con il tuo fidanzato in Germania e credi di essere nel posto giusto per ottenere i tuoi diritti, tra cui vivere insieme (“In Russia sarebbe impensabile e rischieremmo la vita anche solo a darci un bacio in pubblico”) e un giudice vuole le prove della vostra omosessualità  e del fatto che siate una coppia. “Ho dovuto parlare esclusivamente di sesso per quattro ore. Mi ha chiesto quando è stata la mia prima volta, con chi e come è andata. Voleva sapere tutto con precisione – racconta Pavel – ma alla fine ha detto di non credere che noi due stiamo insieme”.

In molti Land tedeschi l’asilo viene concesso senza problemi ai russi, che sono considerati provenire da un paese non sicuro per le persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, intersessuali e asessuali). Ma in Baviera, purtroppo, non è così e, sebbene i due ragazzi siano disposti anche a baciarsi di fronte alla corte, la sentenza, prevista per martedì prossimo, potrebbe essere infausta.

Richiedenti asilo gay, no a test e interrogatori invasivi

Ma Pavel e Igor a tornare in Russia non ci pensano proprio: “Una volta che hai assaporato la libertà – conclude Igor – non vuoi tornare in prigione. Vivere apertamente come gay ci ha cambiato le idee. Puoi vedere con molta più chiarezza quanto sei stato oppresso nel passato, quanto la paura e questo pericoloso nascondino hanno dominato le nostre vite. Dato che per la prima volta ci sentiamo esseri umani, abbiamo capito che non ci nasconderemo più. Mai più” [Unicorn Booty].

La coppia aggredita

Peggio che a Igor e Pavel è andata però a una coppia gay serba, anch’essa richiedente asilo in Germania. Scappati dai Balcani per le minacce ricevute dalle rispettive famiglie, i due erano ospitati in una casa per richiedenti asilo in cui si sentivano piuttosto a disagio, malgrado cercassero di non far apparire evidente  la propria omosessualità. Nonostante questa cautela i due sono stati picchiati selvaggiamente da un altro ospite della casa: entrambi ricoverati in ospedale, hanno raccontato la loro storia all’attivista Javid Nabiyev, che ha diffuso un video per chiedere alle autorità giustizia e per evitare le condizioni che rendono possibili questi incidenti, con i richiedenti asilo LGBT mescolati agli altri senza nessuna cautela.

Homophobic attack in refugee camp

Javid Nabiyev talking about the homophobic attack, which gay couple from #Serbia faced in #Germany, in one of the refugee camps.Note (After shared phobic comments):Dear followers and people which sharing their fullish Islamaphobia. We shouldn't care about the faith of that person. So please keep your Islamaphobia away from this page and from our thoughts. Because, Homophobia and Transphobia has no race, religion! By this video as Javid Nabiyev explained, aim was to give light of problems on system, and policy.

Pubblicato da Queer Refugees for Pride su Mercoledì 12 luglio 2017

E chissà se quel che è successo alla coppia serba riuscirebbe a convincere anche il giudice bavarese che vuole rispedire in Russia Igor e Pavel?

 

Michele
©2017 Il Grande Colibrì

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