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Come in Perù anche in Guatemala una proposta di legge attacca la comunità LGBTQI+ attraverso l’educazione scolastica. In questo caso, nel mirino ci sono soprattutto le persone trans.

UNA PROPOSTA DI LEGGE TRANSFOBICA

La proposta di legge 5940  è stata approvata all’unanimità da 21 deputati nel dicembre scorso. Cosa succederà lo sapremo soltanto dopo l’analisi al Congresso. Prima di diventare legge dovranno verificarsi tre discussioni legislative e una votazione definitiva.
Il farneticante disegno di legge ha l’obiettivo di

“garantire la completa tutela dell’infanzia e dell’adolescenza contro i disturbi dell’identità di genere”.

Al suo interno si propone di vietare la diffusione di informazioni sull’identità di genere nei programmi scolastici di educazione sessuale (già altamente carente e bigotta). Ma c’è di più. Vi è un obbligo verso i mezzi di comunicazione a identificare qualsiasi contenuto trans presente nei programmi divulgati, al fine di etichettarli come “non raccomandati” ai minori di 18 anni. Come se non bastasse i “contenuti trans” vengono assimilati alla pornografia. Si intende infatti

“garantire ai bambini, alle bambine e adolescenti il diritto ad avere la propria identità in base al sesso di nascita, e allo stesso modo, cerca di garantire la protezione dall’esposizione a contenuti pornografici che rappresentino di per sé la sessualità o promuovano o mostrino variazioni nell’identità del sesso di nascita o riassegnazione del genere”.

Non riesco mai a capire perché, e succede sovente quando si va contro alla comunità LGBTQI+, si parla di “proteggere la dignità di tutti i cittadini della Repubblica del Guatemala e in particolare dei suoi bambini”. Ma le persone trans non sono anch’essə cittadinə? E lə bambinə trans dove lə collocate? Non fanno forse parte dellə stessə bambinə che volete proteggere? Non si sa…

Sottolineando una carenza nelle normative vigenti in materia di protezione e di diritti dellə bambinə si legge

“Le normative nazionali vigenti non contemplano espressamente il diritto dei bambini e degli adolescenti a un’educazione integrale che garantisca loro di non essere esposti a contenuti che possano promuovere o mostrare variazioni dell’identità del sesso di nascita, riassegnazione del genere o situazioni che, se esposti ad esse, potrebbero condizionare il loro sviluppo sessuale e provocare nel minore variazioni della naturale identità sessuale, con conseguenti traumi che in seguito avranno gravi ripercussioni sulla personalità del futuro adulto”.

Quindi un’educazione integrale significa nascondere certe realtà, privare unə bambinə di capire e conoscere, privarlə di crescere in libertà. Ecco cosa significa.
In questo disegno di legge c’è davvero tantissima confusione. I discorsi e le varie convenzioni universali e nazionali sui diritti dellə bambinə vengono totalmente stravolte per portare il discorso a favore di certe idee transfobiche, omofobe ed estremamente conservatrici.

È sorprendentemente ridicolo e imbarazzante leggere discorsi che si contraddicono da soli:

“I bambini, le bambine e adolescenti hanno diritto ad avere la loro identità […] e non venga violata la loro identità rispetto al genere sessuale di nascita. È obbligo dello Stato garantire l’identità del bambino, bambina o adolescente, sanzionando i responsabili della sua sostituzione, iterazione o privazione”.

Io credo che il primo a privare unə bambinə della libertà di autodeterminarsi a questo punto è lo Stato stesso. Queste persone stanno descrivendo esattamente la loro stessa violazione. Ma no, chi farebbe violenza sono le persone trans che vogliono convincere lə bambinə a “cambiare” sesso. Questa proposta non fa altro che parlare di diritti, quando son loro a toglierli, quando son loro a violare e a mettere in pericolo la crescita dellə bambinə e a seminare transfobia e violenza.
La proposta di legge non solo stigmatizza e discrimina le persone trans, le offende, le insulta, le criminalizza e patologizza giustificando sempre più la violenza all’interno della società, fuori e in famiglia. Ma viola il diritto dellə bambinə e adolescenti alla loro salute e all’autodeterminazione, all’informazione ed all’istruzione.

OMOLESBOBITRANSFOBIA IN GUATEMALA

Dopo un 2021 terribile questo nuovo anno non parte proprio nel migliore dei modi per le persone LGBTQI+ in Guatemala. Quotidianamente affrontano discriminazioni e violenze da parte della società e della polizia, mentre lo Stato è totalmente incapace di difenderle. Nonostante l’invito dell’Assemblea generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OAS) ad adottare politiche contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, il Guatemala fa orecchie da mercante. C’è ancora una legge in attesa di essere approvata ormai da diversi anni, che prende il nome di “Protezione della vita e della famiglia” in cui si chiarisce che la famiglia è formata da un padre e una madre con figli, in cui si limita il matrimonio a persone che sono “dalla nascita” un uomo e una donna (ancora una volta uno schiaffone pesante alle persone trans) e, udite udite, il diritto alla libertà di coscienza ed espressione per non essere forzatə ad accettare pratiche non eterosessuali.

 

Ginevra Campaini
©2022 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da foto di Tim Samuel da Pexels

 

Ginevra Campaini: “Mi chiamo Ginevra e non sopporto gli stereotipi delle categorie maschile e femminile. Scrivo per imparare, capire e condividere quello che succede a me e alle persone LGBT+ nel mondo” > leggi tutti i suoi articoli

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