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Cecy Caricia Ixpata era un’attivista di OTRANS Reinas de la Noche (Otrans regine della notte), un’associazione che si batte in Guatemala per la salute sessuale e per i diritti di persone transgender e sex worker. Il 9 giugno è stata aggredita violentemente da due sconosciuti a Baja Verapaz, nel centro del paese, e poco dopo è morta in ospedale. Due giorni dopo è stata uccisa anche la presidente dell’organizzazione, Andrea González, nella capitale Città del Guatemala. Entrambe le donne avevano chiesto aiuto alla magistratura, purtroppo invano, dopo aver ricevuto serie minacce. Il 14 giugno la comunità LGBTQIA+ (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) ha subito un nuovo omicidio: un uomo gay è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco a Morales.

Dall’inizio dell’anno l’Observatorio Nacional de Derechos Humanos LGBTIQ+ (Osservatorio nazionale dei diritti umani LGBTIQ+) ha contato 13 omicidi di persone appartenenti a una minoranza sessuale, e forse i casi sono stati anche di più. Il dato risulta ancora più agghiacciante se si considera che il Guatemala supera di poco i 17 milioni di abitanti, meno di un terzo rispetto all’Italia.

Ipocrisia ovunque

Intanto le persone queer in Guatemala, oltre alla violenza sociale e delle forze di polizia, rischiano di dover affrontare alcune riforme che potrebbero peggiorare ancora la situazione. Dal 2018 si discute un disegno di legge che, da una parte, limiterebbe la definizione di famiglia a “padre, madre e figli” (precisando che devono essere uomini e donne “di nascita” per escludere le persone trans) e, dall’altra, proibisce che qualcuno possa essere “forzato ad accettare come normale il comportamento e le pratiche non eterosessuali” – un modo ipocrita per legalizzare la discriminazione delle persone LGBTQIA+.

A proposito di ipocrisia, Human Rights Watch denuncia non solo l’inazione delle autorità guatemalteche, ma anche la doppiezza del governo statunitense: la settimana precedente ai tre omicidi, la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, era andata in visita in Guatemala per esortare a non tentare di migrare negli USA: “Se arriverete al nostro confine, verrete rispeditə indietro“. HRW scrive: “Molte persone LGBT guatemalteche chiedono asilo dopo aver subito persecuzioni a causa dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere“. Negli Stati Uniti, come in Italia, una classe politica ama dichiararsi paladina dei diritti (compresi quelli delle minoranze sessuali), mentre deporta illegalmente le persone richiedenti asilo, comprese quelle LGBTQIA+.

Pier Cesare Notaro
©2021 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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Pier Cesare Notaro: “Antifascista, attivista per i diritti delle persone LGBTQIA e delle persone migranti, dottore di ricerca in scienze politiche, mi sono interessato da subito ai temi dell’intersezionalità” > leggi tutti i suoi articoli

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