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César Mora Moreau torna alla letteratura a due anni da “Al final, el océano” (Infine l’oceano; Ediciones Exilio 2019), il romanzo che ha vinto il premio Novela Districto di Barranquilla (Colombia), e lo fa con una raccolta di racconti dal titolo suggestivo, “Alas para lanzarme de un puente y volar” (Ali per saltare giù dal ponte e volare; Editorial Escarabajo 2021), di cui abbiamo discusso nell’intervista che trovate in fondo a questo articolo.

Nel suo nuovo libro Mora Moreau ci introduce nella vita di vari personaggi LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) che si muovono tra le bellezze e le miserie di una metropoli colombiana che si affaccia sui Caraibi. Dieci storie, quelle raccontate da Cesar e intervallate dalle toccanti illustrazioni di Iván Darío Berrío Toscano, in cui molti giovani LGBTQIA della sua generazione potranno rispecchiarsi e che offriranno certamente interessanti spunti di riflessione e di conoscenza alle generazioni precedenti.

alas lanzarme mora moreauIl filo conduttore dell’opera di Mora Moreau è la fugacità dell’amore, che per quanto forte e rigeneratore, finisce con modificarsi o morire. Entra nello stesso spettro d’azione la passione: quella impellente, con un tassista attraente, o quella sognata con il proprio medico. In quanto motore dell’azione, l’affetto più profondo o l’eros più appagante distruggono tutte le barriere imposte dalla falsa morale, per aspirare alla piena libertà d’espressione dell’essere. Il sentimento di umanità e l’attaccamento alla vita e alle persone care sono il vero antidoto proposto dall’autore alla violenza legata a un conflitto armato che, in Colombia, è durato cinquant’anni, alla perdita di un famigliare, e persino all’omofobia di cui molte persone sono vittime quotidianamente.

Non vedo l’amore” sostiene la chiromante del racconto “Música para el tarot” (Musica per i tarocchi) e chiaramente sta mentendo, però, anche se così fosse, la musica e l’allegria del carnevale, unite al potere dell’immaginazione, potrebbero ribaltare le sorti dei protagonisti della vicenda. In “A oscuras” (Nell’oscurità), Mora Moreau ci conduce in una cauta peregrinazione nei locali notturni di una città notturna, con le loro attraenti zone d’ombra, regno di “carezze nascoste in strette di mano” e “labbra di cemento”, contrapposti alla luce piena, e indiscreta, dei luoghi pubblici dove è difficile occultare a lungo una passione crescente.

La scrittura fresca e limpida dell’autore porta a galla ciò che è destinato a restare occulto, che si tratti di amplessi di amanti incauti o di parole erotiche sussurrate in pubblico. La stessa scrittura si fa a tratti tagliente quando descrive con linee nette le abominevoli pratiche di conversione dall’omosessualità, il dolore “che si muove nella testa come un verme” e che scandisce il susseguirsi delle giornate in “El amante” (L’amante), un’assenza che causa il vuoto, la solitudine in compagnia o gli amori impossibili perché non corrisposti. “È forse l’odio o l’amore, il sentimento più strano?” si chiede infine la voce narrante, lasciando così aperto uno spiraglio, un dubbio per chi legge.

Il libro si chiude con un intenso viaggio al termine della notte, in una città che ha cambiato il suo consueto sembiante e che ora, tra le luci artificiali, si presenta sconosciuta e attraente come un amante appena incontrato.

Quali sono i tuoi autori preferiti?

Edgar Allan Poe è il primo nome che mi viene in mente se penso ai miei autori preferiti. Grazie ai suoi racconti ho scoperto il gusto per la letteratura e ho iniziato a scrivere i miei racconti. Anche Emily Brontë è stata un’autrice che mi ha influenzato, all’inizio, come lettore, dopo essermi imbattuto nel suo romanzo “Cime Tempestose”. Altri autori che annovero tra i miei preferiti sono Jaime Manrique, Marguerite Duras, Truman Capote, Wisława Szymborska e Valeria Luiselli. Di recente ho conosciuto l’opera di Marieke Lucas Rijneveld e mi è piaciuta moltissimo. Il suo romanzo “Il disagio della sera” (Nutrimenti 2019, 251 pp., 18€) è, tra le sue opere, quella che mi ha commosso di più.

cesar mora moreau

César Mora Moreau

Com’è stata la genesi della tua opera?

L’idea di pubblicare “Alas para lanzarme de un puente y volar” è nata all’inizio del 2020 quando ho iniziato a riunire i vari racconti che avevo scritto fra il 2018 e il 2020 e che più mi piacevano. In quel momento mi sono reso conto che alcuni di loro avevano certi temi in comune, come il desiderio e l’orientamento sessuale dei protagonisti, e avrebbero funzionato insieme come parte di un libro. L’amore è un tema che m’interessa, e in questo libro volevo esplorare l’aspetto doloroso di amare e desiderare qualcuno, quando la morte, la violenza, la solitudine, il tempo o il disamore si antepongono nella vita dei personaggi.

La versione iniziale di “Alas para lanzarme de un puente y volar” conteneva altri otto racconti, però alla fine ho deciso di non includere perché erano discordanti rispetto agli altri. Non volevo che le storie stessero insieme per puro caso. Mi preoccupava molto che tutti funzionassero come un insieme, che ci fosse armonia tra di loro.

Qual è la situazione delle giovani persone LGBTQIA, a livello di accettazione, in Colombia?

In un contesto culturale come quello colombiano, l’accettazione delle persone LGBTQIA continua a essere un argomento molto complesso, soprattutto per i pregiudizi e i discorsi religiosi che condannano la differenza sessuale. Più che il rifiuto sociale, trovo doloroso il fatto che una persona non si accetti perché gli insegnarono che ciò che sente è sbagliato.

Ciò nonostante, grazie all’attivismo e alla presenza di persone LGBTQIA che operano in differenti ambiti, ora siamo maggiormente disposti ad accettarci così come siamo e a parlare di questi temi più liberamente che in passato. Anche i mezzi di comunicazione hanno giocato un ruolo molto importante in questo processo, presentando alcune realtà che per molto tempo erano state invisibilizzate e nelle quali, oggi, molte persone possono vedersi riflesse e sentirsi identificate.

Massi Carta
©2021 Il Grande Colibrì

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