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È in onore di Shira Banki che a Israele è stato aperto il primo centro dedicato alle questioni legali riguardanti l’odio e l’istigazione all’odio attraverso internet ai danni della comunità LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali). Shira Banki, una ragazza israeliana di 16 anni, fu accoltellata durante il Gay Pride del luglio 2015 da un ebreo ortodosso di nome Yishai Schlissel, e morì due giorni dopo in ospedale. Altre 5 persone rimasero ferite, e l’omicida, oltre a pagare un compenso alle famiglie, dovrà scontare 31 nni di carcere.

Il centro aprirà nella Radzyner Law School di Herzliya, in collaborazione con il Berel Katznelson Fund. La struttura fornirà consulenza legale gratuita e assistenza alle vittime di odio e si impegnerà a rendere la lotta contro il razzismo un problema pubblico. Punterà soprattutto a sensibilizzare gli studenti, cercando di mostrargli a cosa potrebbero andare incontro legalmente commettendo atti di violenza sul web.

Lo spazio virtuale è un luogo dove il razzismo e l’odio si riversano facilmente e troppo spesso verso la comunità LGBTQI. Durante la conferenza di apertura del centro, martedì 14 dicembre, è stato mostrato che si è verificato un aumento del 40% delle denunce per incitamento alla violenza su internet e che una donna attraverso il web viene molestata sessualmente ogni 3 minuti. I casi rilevati di incitamento all’odio verso gay e lesbiche in rete sono stati 390mila [The Jerusalem Post].

 

Ginevra
©2016 Il Grande Colibrì

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