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I lunghi mesi di pandemia hanno avuto effetti molto negativi sulle vite delle persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex, asessuali). A darne conferma è SOS Homophobie (SOS Omofobia), un’associazione francese molto nota per il suo impegno in difesa dei diritti delle minoranze sessuali.

In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia (IDAHOBIT), l’organizzazione ha diffuso un dettagliato rapporto che illustra con efficacia le enormi difficoltà che le giovani persone LGBTQIA sono costrettə ad affrontare. I dati raccolti dall’organizzazione, così come le testimonianze di alcune vittime sono stati raccolti in un articolo pubblicato da Le Monde. La speranza è che raccontare e diffondere le loro storie serva a far maturare una maggiore consapevolezza anche e soprattutto in chi, ancora oggi, considera quelli della comunità LGBTQIA dei problemi inesistenti e di cui non farsi minimamente carico.

Storie terrificanti

Per quanto possa sembrare orribile a dirsi, gli episodi di violenza e di discriminazione avvengono molto spesso all’interno delle mura domestiche. Lo sa bene Victor, un ragazzo costretto a trascorrere i lunghi mesi di quarantena in una casa dove la sua omosessualità è considerata uno scandalo. A rendergli la vita totalmente impossibile, racconta il giovane, sono stati in particolar modo gli insulti e le offese di sua sorella, che a ogni piè sospinto gli dava del “frocio succhiacazzi”.

discorsi odio hate speechNon è andata affatto meglio a Sonia, 20 anni, cacciata di casa dai genitori incapaci di accettare la sua relazione con una ragazza. E che dire di Ibrahim, un ragazzo trans bollato come schizofrenico dai suoi stessi genitori, che gli hanno pure confiscato i documenti di identità al fine di ostacolare il suo percorso di transizione?

Agire concretamente

Come hanno più volte sottolineato i rappresentanti di SOS Homophobie, agire in maniera concreta è quanto mai necessario. Le parole e le promesse non bastano: per arginare l’ondata d’odio che trasforma in un incubo le vite di tantissime persone servono provvedimenti chiari e strutturati. Lo ha ribadito di recente Lucile Jomat, la presidente dell’associazione, che ha espresso profondo rammarico e delusione nei confronti delle scelte operate dal governo francese in materia di protezione dei diritti LGBTQIA.

Riferendosi alle “terapie di conversione” utilizzate per “guarire e curare” le persone LGBTQIA, Jomat ha detto: “Ciò che noi vogliamo è l’abolizione pura e semplice di queste cosiddette ‘terapie’. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nel 1990. Siamo nel 2021 e la Francia non possiede ancora delle leggi che vietino chiaramente le pratiche che cercano di ‘guarirci’“. La strada da percorrere verso il raggiungimento dei diritti fondamentali è purtroppo ancora molto lunga e accidentata.

Nicole Zaramella
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: Il Grande Colibrì / elaborazione da pxfuel (CC0)

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