Skip to main content

Oltre che per una certa pandemia, il 2020 in Marocco sarà ricordato per tutta una serie di eventi che hanno segnato l’evoluzione del movimento LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) e la sua visibilità nel regno. Oggi tratteremo il caso di Slimane Raissouni, arrestato a seguito dei post dell’attivista LGBTQIA Adam Muhammed (questo lo pseudonimo che ha scelto di utilizzare sui social network) e della sua conseguente denuncia alle autorità.

Adam sostiene di essere stato attirato con l’inganno nell’abitazione di Raissouni, che poi avrebbe abusato di lui. I fatti sarebbero avvenuti nel 2018, quando il giovane e la moglie di Raissouni, amici da tempo, avevano deciso di collaborare alla preparazione di un documentario. Tutto è bene quel che finisce bene, il cattivone è infine dietro le sbarre.

coppia gay arabi sessoDubbi legittimi?

Ma siamo in Marocco, quindi in realtà qui iniziano i distinguo e le faccende poco chiare. Innanzitutto Slimane Raissouni dirige Akhbar Al Yawm, periodico online spesso critico nei confronti del governo, ed è lo zio di Hajar Raissouni, condannata e poi graziata dall’accusa di aver avuto una gravidanza fuori dal matrimonio terminata con un aborto (accusa rivelatasi infondata).

In seconda battuta, pur ammirando la forza d’animo della presunta vittima, è quanto meno strano che Adam Muhammed non abbia subito la stessa sorte di Abdelatif Nhalia, il ragazzo che, andato dalla polizia per denunciare una grave campagna diffamatoria a base di omofobia, alla fine è finito nel ruolo del denunciato. Ricordiamo che l’articolo 485, che punisce l’atto omosessuale, ha come corollario non scritto la legittimazione di atteggiamenti omobitransfobici che spesso tengono lontani i membri della comunità LGBTQIA dai commissariati.

Libertà e diritti

Nonostante al centro di questo evento ci siano due temi cardine dell’attivismo (la libertà di stampa e la violenza contro le persone LGBTQIA), ciò che sta accadendo sta suscitando un dibattito sicuramente meno acceso rispetto all’affaire Sofia Taloni, quanto meno sugli organi di stampa. Quello che la maggior parte dei commentatori teme è un mescolarsi delle due tematiche che sarebbe decisamente negativo e fuorviante: un processo equo dovrebbe invece trattare separatamente la libertà di stampa e i diritti civili dei marocchini.

BouKerch
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da Pikist (CC0)

Leggi anche:
Marocco, denuncia la campagna anti-gay e finisce sotto accusa
Asilo, l’appello delle associazioni sul decreto “paesi sicuri”

Leave a Reply