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GLAAD, organizzazione statunitense di attivismo per i diritti delle minoranze sessuali, ha pubblicato il suo rapporto annuale “Where We Are on TV” (A che punto siamo in TV), focalizzato sulla presenza di personaggi LGBQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) nelle serie televisive (quasi esclusivamente americane) messe in onda sui network televisivi, nei servizi via cavo e nei servizi di streaming.

Complice il calo generale delle produzioni televisive, a causa delle difficoltà dovute alla pandemia di COVID-19, c’è stato un calo anche dei personaggi LGBTQIA nei network nazionali statunitensi: i 70 personaggi principali nelle serie americane del 2020 corrispondono al 9,1% del totale, mentre lo scorso anno rappresentavano il 10,2%. Il dato di quest’anno è, comunque, il primo dato in calo dal rapporto dell’anno 2013-14. Vanno considerati, in questo contesto, anche i personaggi secondari apparsi nei vari titoli, che sono stati 101 contro i 120 dello scorso anno. Il numero di personaggi LGBTQIA risulta in calo anche nelle serie trasmesse via cavo (principali e secondari sono scesi da 215 a 118) e in quelle diffuse nei servizi di streaming (da 155 a 141).

Alcuni piccoli passi…

Il 28% dei personaggi appartenenti a una minoranza sessuale presenti nelle serie dei tre tipi di piattaforma è composto da personaggi bisessuali: i personaggi femminili sono stati 65, circa il doppio di quelli maschili (33), ed è stato inserito un personaggio bisessuale di genere non binario. I personaggi identificati come transgender sono stati 29 tra principali e secondari (in particolare 15 donne, 12 uomini e 2 non binari). Intanto, data la fine della serie “Bojack Horseman”, prodotta da Netflix, non sono stati registrati personaggi asessuali per la prima volta negli ultimi quattro anni, cioè da quando GLAAD monitora la anche la loro rappresentazione. Secondo il rapporto, un nuovo personaggio asessuale è previsto in una serie via cavo che esordirà nel 2021.

televisione serie popcorn casaPer quanto riguarda i dati sulla differenza di origine etnica, i personaggi LGBTQIA “bianchi” sono stati la maggioranza soltanto nelle serie trasmesse dai servizi di streaming, in cui si registra comunque un aumento della diversità da questo punto di vista. È stato registrato in aumento, dal 3,1% al 3,5%, anche il numero di personaggi con una disabilità, per quanto siano ancora sotto rappresentati rispetto ai dati delle persone disabili negli Stati Uniti.

…ancora insufficienti

L’interpretazione dei dati sull’inclusività nelle serie TV americane deve tenere conto di un fattore importante: il 17% della rappresentazione LGBTQIA al loro interno (62 personaggi su 360 totali) è dovuto al lavoro di quattro produttori (Greg Berlanti, Lena Waithe, Ryan Murphy e Shonda Rhimes) che, fa notare l’amministratrice delegata di GLAAD Sarah Kate Ellis, “hanno dato priorità ai temi inclusivi nel loro lavoro”.

Considerando i dati complessivi, nonostante siano state prese in considerazione le richieste degli anni precedenti, secondo Ellis “non è abbastanza mostrare un personaggio LGBTQIA”, ma “bisogna andare in profondità e mostrare la loro storia. L’insieme dei vari personaggi, inoltre, dovrebbe rappresentare la diversità all’interno del nostro mondo”. L’obiettivo di GLAAD è che entro il 2025 il 20% dei personaggi nelle serie appartengano a una minoranza sessuale. “Inoltre – afferma Ellis – vorremmo mettere alla prova tutte le piattaforme, affinché, nel giro di due anni, la metà dei personaggi LGBTQIA siano persone di colore”.

Alessandro Garzi
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: Il Grande Colibrì / elaborazione da FrankundFrei (CC0)

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