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La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, meglio nota come Convenzione di Istanbul, è un importante documento approvato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 ed entrato formalmente in vigore nel 2014. Tre anni dopo, nel giugno 2017, il trattato è stato firmato dall’Unione Europea, che ha riconosciuto in esso uno strumento di grande importanza e utilità sociale.

Tra gli stati che hanno ratificato la Convenzione di Istanbul, e che quindi si sono ufficialmente impegnati a predisporre norme e soluzioni concrete per combattere la piaga della violenza contro le donne, figurano ad esempio l’Italia, l’Austria e la Polonia. O almeno, questo è il quadro attuale: tutto rischia infatti di cambiare molto velocemente, come hanno lasciato intendere le durissime parole di un esponente di spicco del governo polacco.

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“Nociva e dannosa”

Il primo a lanciare il sasso è stato Zbigniew Ziobro, ministro della giustizia polacco nonché membro di Solidarna Polska (Polonia solidale; SP), un piccolo partito fortemente vicino ai valori della Chiesa cattolica e alleato nella coalizione di governo guidata dal partito Prawo i Sprawiedliwość (Diritto e Giustizia; PiS) del presidente della repubblica Andrzej Duda, recentemente rieletto. Durante una conferenza stampa, il ministro Ziobro si è scagliato con grande veemenza contro la Convenzione di Istanbul, definendola nociva e contraria agli interessi delle donne e della famiglia.

A suo parere, il trattato che la Polonia ha ratificato nel 2015 conterrebbe infatti “elementi di natura ideologica” che cozzerebbero irrimediabilmente con i valori e le tradizioni che il governo polacco tenta invece di difendere. Tra questi pericolosi elementi spiccherebbe senza ombra di dubbio l’insegnamento della famigerata “teoria del gender, vero e proprio spauracchio che, a causa della Convenzione di Istanbul, entrerebbe di prepotenza nelle scuole e nelle menti dei più piccoli.

scuola omofobia transfobiaNella sua dichiarazione, il ministro non poi ha mancato di sottolineare l’efficienza e l’efficacia delle misure messe in campo negli ultimi anni dal governo polacco che, a suo dire, sarebbero già perfettamente in grado di proteggere le donne e i loro diritti. A conclusione del suo discorso, Ziobro ha affermato che è sua precisa volontà predisporre tutto il necessario per avviare il processo di ritiro della Polonia dal trattato del 2011.

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Proteste e rassicurazioni

La notizia, che ha rapidamente fatto il giro del mondo, ha scatenato un’immediata e fortissima presa di posizione all’interno dei confini del paese europeo, dove decine di migliaia di persone – soprattutto donne – sono scese in strada per manifestare a gran voce il loro dissenso. Molto critico anche il Consiglio d’Europa, che, tramite un accorato messaggio della segretaria generale Marija Pejčinović Burić, ha espresso preoccupazione e rammarico per le “allarmanti” dichiarazioni del ministro Ziobro: “Lasciare la Convenzione di Istanbul sarebbe altamente deplorevole e un grosso passo indietro nella protezione delle donne dalla violenza in Europa”.

Decisamente più blande e ben poco rassicuranti le dichiarazioni di risposta giunte da Varsavia. Secondo la portavoce di PiS Anita Czerwinska, nulla sarebbe infatti ancora stato deciso e le posizioni di Ziobro dovranno essere accuratamente valutate: “Il ministro ha qualche idea. Se avanza la sua proposta la analizzeremo”. Considerati gli innumerevoli attacchi e le critiche mossi da Prawo i Sprawiedliwość e dallo stesso Duda nei confronti della Convenzione di Istanbul, c’è davvero ben poco da stare allegri…

Nicole Zaramella
©2020 Il Grande Colibrì
immagini: Il Grande Colibrì / elaborazione da Karen Thibaut (CC)

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