Skip to main content

La Basta Foundation è un’organizzazione senza fini di lucro che si occupa di monitorare i media polacchi per quello che riguarda i discorsi di odio nei confronti delle persone LGBTQIA+ in Polonia. La fondazione è stata creata da Bart Staszewski, attivista polacco, autore, tra le altre cose dei celebri cartelli “Zona libera da LGBT” che affisse all’ingresso delle località che avevano votato le mozioni “contro l’ideologia LGBT” e “per la difesa della famiglia” che limitavano le attività di informazione su argomenti come l’orientamento sessuale e le identità di genere.

Secondo quanto emerge da uno studio condotto dalla Basta Foundation, i media polacchi, nel mese di giugno 2022 hanno parlato di argomenti vicini alle persone LGBTQIA+ il doppio rispetto alla media.
Ciò non dovrebbe stupire: giugno è il mese nel quale si svolgono la maggior parte dei Pride e l’argomento è più discusso rispetto al solito.

Il grosso dei media (sui quali la radio ha un numero di interventi maggiori a quello delle TV) ha parlato delle questioni legate al mondo LGBTQIA+ in modo positivo o in modo che viene definito “neutrale”.
L’unica eccezione è data dalla tv di stato, la TVP, con annessi il sito di informazione TVP info e la radio pubblica Polskie Radio. La TVP ha una “tradizione” di odio nei confronti delle diversità, e non stupisce che si sia parlato della questione 25 volte, 18 delle quali in modo “negativo”, con toni che vanno dall’invito a “curare” le persone omosessuali all’accusa di “stuprare i bambini con l’ideologia gender”.

Quando tutti i media hanno dato un’ampia copertura al Pride di Varsavia, che ha visto la partecipazione di “diverse decine di migliaia” di persone, lo scorso 25 giugno, tv e radio di stato non hanno ritenuto interessante informare i propri ascoltatori dell’evento. Soltanto alcune sedi locali della TVP hanno dato la notizia del pride nelle rispettive città.

In Polonia, negli ultimi anni, l’argomento “guerra all’ideologia LGBT” è stato spesso utilizzato in campagna elettorale. Nel novembre del 2023 ci saranno nuovamente le elezioni politiche, ed il partito di maggioranza Prawo i Sprawiedliwość (Diritto e giustizia; PiS), con posizioni ultracattoliche e nazionaliste, che controlla la TVP, ridotta a poco più di un organo di partito, come per ogni altra tornata elettorale, utilizza la narrativa della “lotta” da parte del “popolo polacco” contro “l’ideologia LGBT” che sarebbe “importata dall’occidente” ed ovviamente “imposta dall’Unione Europea”.

Jaroslaw Kaczynski, ex primo ministro e presidente del PiS, vera “eminenza grigia” della politica polacca anche se non ricopre più nessun ruolo istituzionale, ha aperto la campagna lo scorso giugno durante un comizio, scagliandosi contro le persone transgender: “immaginate Władysław che si presenta al lavoro dicendo ‘io sono Zosia’. Tutti gli riderebbero in faccia, ma secondo ciò che l’Occidente ci ordina, dovremmo accettare questa cosa. Poi, magari, il giorno dopo, torna di nuovo Władysław”.
“Qualcuno non è d’accordo con noi, e soprattutto chi ha idee di sinistra, crede di poterci imporre l’idea che un minuto fa ero un uomo ed adesso posso essere una donna”.

Per Robert Biedroń co-presidente del partito di sinistra “Lewica”, “lo spettacolo che ha mostrato Kaczyński in queste settimane mostra che il presidente del PiS non ha altro da offrire. La sua politica ha toccato il fondo. E come ogni volta, cerca di distrarre l’opinione pubblica usando questo linguaggio di odio [verso le persone LGBTQIA+], non essendo in grado di affrontare l’inflazione dovuta anche alle politiche del suo partito”.

“Oggi – prosegue Bierdon nel suo comunicato – Jarosław Kaczyński non ha diritto di dirsi un leader politico, perché nessun leader in un paese democratico userebbe quella terminologia”.

Władysław Kosiniak-Kamysz, a capo del Partito Popolare, di centro, pensa che quella di Kaczyński sia una strategia comunicativa: “lui sa che ogni volta che usa queste parole, le TV e i giornali le ripeteranno, ed il dibattito andrà su questo anziché mostrare quanto sia stato incapace il governo in questi anni”.

Kaczynski ha continuato, nonostante le polemiche sollevate nel paese (o, forse, grazie alle polemiche sollevate) a toccare l’argomento nei suoi comizi: “se esiste una moda del genere [parlava delle persone transgender, ndA] da qualche parte in Europa, non vuol dire che questa moda esisterà anche in Polonia”.

Altri politici vicini a Kaczynski, stanno proseguendo nella campagna di odio (che rischia di durare almeno fino alle elezioni del 2023 se non oltre nda). Il parlamentare europeo Joachim Brudziński ha twittato la foto di un rosario, di un nido di uccelli, commentati con il testo “la famiglia di uccelli, mamma e papà, nella nostra cappella, attua il piano di Dio. La Polonia senza LGBT è più bella”.

Quando in un programma televisivo sulla rete TVN (un network più vicino a posizioni centriste) la giornalista Katarzyna Kolenda-Zaleska ha chiesto a Jacek Żalek, anche lui deputato di un partito alleato del PiS cosa pensasse del tweet del collega, lui ha risposto “mi dica, cosa significa LGBT? Non si tratta di persone. E’ solo un’ideologia”.

Ovviamente, i “frutti” di questa campagna di odio non tardano ad arrivare anche nelle case dei cittadini polacchi. Lo stesso Staszewski racconta le sue paure “quando cammino per strada a Varsavia con il mio compagno, mi guardo continuamente dietro le spalle. Chi mette una bandiera arcobaleno alla finestra ha la certezza di vedere il vetro rotto. E’ difficile vivere apertamente una relazione tra persone dello stesso sesso, e spesso l’unica opzione è quella di trasferirsi all’estero. Mi sento veramente al sicuro soltanto quando sono a casa”.

Secondo la “rainbow map” di ILGA Europe, che “misura” l’inclusività dei paesi europei nei confronti delle persone LGBTQIA+, la Polonia ha un punteggio bassissimo: il 13% che la mette agli ultimi posti del continente, ed all’ultimo tra i paesi dell’Unione Europea.

 

 

Alessandro Garzi
©2022 Il Grande Colibrì

 

Alessandro Garzi: “Ho sempre avuto un interesse per i diritti civili. Al momento, cerco di capire qualcosa sulle politiche verso le persone LGBTQIA+ nei paesi dell’Europa centrale ed orientale, e di far conoscere cosa sia l’orientamento asessuale e il mondo che lo circonda” > leggi tutti i suoi articoli

Leave a Reply