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Chioma inizia a chattare con un’altra ragazza lesbica, Blessing. Sembra simpatica, affidabile, le due giovani iniziano a scambiarsi foto intime. E finalmente arriva il giorno in cui si conosceranno. Chioma è sulla strada della casa di Blessing quando un uomo in uniforme militare l’avvicina: dice di essere un collega del padre di Blessing, di sapere che è omosessuale e di volerla spogliare per trascinarla al commissariato, dopo l’arresteranno per poi farla condannare a 14 anni di carcere. La minaccia è molto realistica, Chioma è nel panico. Finisce per seguire lo sconosciuto in un albergo, dove lui la violenta.

Ma l’incubo è solo cominciato. Due mesi dopo l’uomo si fa risentire e la minaccia: se non gli dà due milioni di naira (quasi 4400 euro), pubblicherà le sue foto nuda online e la smaschererà in quanto lesbica. Chioma non sa cosa fare: non ha tutti quei soldi e comunque non può vivere per sempre sotto le minacce di quell’uomo, che ovviamente non cesseranno mai. E così racconta tutto alla famiglia. Ora non è al sicuro, ma almeno non deve affrontare tutto da sola.

Famiglie in aiuto?

La famiglia può essere un’ancora di salvezza: la Reuters, che ha intervistato Chioma, ha sentito altre due ragazze accalappiate da una presunta Blessing e finite nelle grinfie dello stupratore di Chioma. La prima è stata salvata dal fratello mentre l’uomo la stava trascinando verso l’albergo, la seconda è riuscita a chiamare subito il padre, che in qualche modo si è messo d’accordo con il ricattatore. Come spiega l’attivista e regista Pamela Adie, sono sempre di più le famiglie disposte ad accettare e sostenere figlie e figli omosessuali. Alcuni genitori accolgono a braccia aperte anche le loro fidanzate, i loro compagni.

lesbica nigeria sposa gayMa è sempre Adie a ricordare che non tutte le famiglie si comportano così. Lei si tiene il più lontano possibile dai suoi parenti, che probabilmente, se sapessero che è lesbica, la chiuderebbero in casa e chiamerebbero un prete per sottoporla a un esorcismo. In altre famiglie le giovani persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) rischiano di essere picchiate dai genitori o violentate da uno zio o da un cugino, con la convinzione che questo serva a farle diventare eterosessuali.

Pro e contro di internet

Intanto per le lesbiche nigeriane aumentano i rischi online (anche se le violenze e i ricatti legati all’uso di social e app sembrano ancora molto meno frequenti che per gli uomini gay). Il motivo è molto semplice: le donne omosessuali non hanno mai usato così tanto internet per trovare amicizie, storie d’amore e incontri sessuali. Questo da un lato significa che gli omofobi possono individuare molto più facilmente i propri bersagli, ma dall’altro è una grande occasione per conoscersi, farsi conoscere e fare rete.

La ragazza sfuggita allo stupratore grazie al fatto di essere riuscita a chiedere aiuto al fratello, nonostante questo episodio traumatico dice: “Le cose stanno migliorando. E il principale motivo di questo cambiamento è internet: sempre più persone LGBTQIA si dichiarano sul web e in questo modo mostrano che siamo esseri umani anche noi“. Il coraggio di queste persone apre un circolo virtuoso, come spiega Marline Oluchi, una delle organizzatrici dell’evento online Africa Pride: “Sono riuscita a fare coming out nel 2017 perché ho scoperto altre donne come me. E queste erano le donne che avevano già fatto coming out“.

Pier Cesare Notaro
©2020 il Grande Colibrì
immagini: elaborazioni da Fatoba Tolulope Ifemide (CC0) / da Paula Lavrador (CCo)

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