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Le deputate del Partito Democratico (PD) Laura Boldrini e Barbara Pollastrini hanno presentato un emendamento LGBTQIA-friendly al decreto sicurezza, di cui si sta discutendo la conversione in legge nella commissione Affari costituzionali della Camera. Se il testo attuale della normativa italiana vieta i respingimenti “verso uno Stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, di sesso, di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali“, le due politiche chiedono di aggiungere “orientamento sessuale” e “identità di genere” a questo elenco. Il governo e i relatori Carmelo Miceli e Vittoria Baldino hanno già dato il loro parere positivo. Bella notizia, no?

Facciamo un piccolo passo indietro. La Convenzione di Ginevra del 1951 sulle persone rifugiate stabilisce che la “appartenenza ad un determinato gruppo sociale” è uno dei motivi su cui può fondarsi il timore di persecuzione che da un lato dà all’individuo diritto alla protezione internazionale e dall’altro obbliga gli stati a garantire quel diritto. La giurisprudenza italiana riconosce ormai da molti anni, senza che nessun giurista lo metta in dubbio, che tra i “gruppi sociali” oggetto di persecuzione in molti paesi c’è la la comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali), proponendo un’interpretazione giustamente estensiva della parola “sesso” nella legge italiana.

Non cambia niente

Come se non bastassero la Convenzione di Ginevra e una giurisprudenza ormai di lunga data, il 7 novembre 2013 la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha chiarito definitivamente e con una sentenza che entra automaticamente nell’ordinamento di tutti gli stati dell’UE, Italia compresa, che le minoranze sessuali rientrano nei gruppi sociali che possono essere perseguitati e che quindi una persona LGBTQIA perseguitata in patria a causa della sua identità sessuale ha diritto alla protezione e ovviamente non può essere respinta. E proprio in questo giorni la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Svizzera perché voleva deportare un omosessuale gambiano nel suo paese d’origine.

Ora è chiaro che al Partito Democratico piace spacciare come sue grandi innovazioni legislative quello che la giurisprudenza ha stabilito o ha annunciato di stabilire (è successo con le unioni civili, per esempio), ma l’emendamento presentato da Boldrini e Pollastrini non cambia assolutamente nulla sul piano delle norme e al massimo può essere considerato un bel gesto simbolico. Sia chiaro: i bei gesti simbolici non vanno sottovalutati, perché possono avere un ruolo positivo contribuendo anche loro a dare segnali e a plasmare il mondo in cui viviamo, i dibattiti sociali che sviluppiamo, le idee che ci facciamo.

donna nera pensiero riflessioneLa realtà dei fatti

Purtroppo possono avere anche un ruolo negativo, sviando l’attenzione da quello che accade davvero. E, probabilmente senza che Boldrini e Pollastrini se ne rendano conto, è proprio questo il caso. L’approvazione di questo emendamento rischia di proporre l’idea che oggi in Italia ci sia una maggioranza favorevole alle persone richiedenti asilo e rifugiate LGBTQIA, nascondendo una realtà opposta: questo governo e questa maggioranza sono in perfetta continuità con la politica xenofoba e “asilofoba” di Marco Minniti e Matteo Salvini – e immaginare una politica al tempo stesso ostile con le persone richiedenti asilo in generale e favorevole con le persone richiedenti asilo LGBTQIA significa credere a una favola (una favola oltremodo aberrante, tra l’altro).

Se poi proprio ci si vuole concentrare solo ed esclusivamente sulle persone richiedenti asilo LGBTQIA, bisogna constatare che rispetto ai lugubri tempi di Salvini non solo è cambiato poco nel linguaggio (si veda il Tavolo LGBT istituito dal governo che ha messo le questioni relative alle persone migranti, richiedenti asilo e rifugiate sotto il titolo di “sicurezza), ma soprattutto la situazione è persino peggiorata per quanto riguarda le norme.

Un governo ostile

Con il “decreto paesi sicuri, il governo Conte 2 ha deciso di ostacolare in ogni modo le richieste d’asilo delle persone provenienti da una serie di nazioni, non prevedendo eccezioni neppure per alcuni gruppi particolarmente esposti come la comunità LGBTQIA (ma anche le donne, le vittime di tratta, le minoranze etniche e religiose, eccetera). Bisogna ricordare che la possibilità di riconoscere queste eccezioni era stata prevista persino da Salvini? O che gli stessi uffici del ministero degli Esteri, con lunghe e dettagliate relazioni, avevano chiesto che fossero riconosciute queste eccezioni? O che la decisione del governo è in aperta violazione delle norme nazionali e internazionali sul diritto d’asilo?

Se Boldrini e Pollastrini vogliono fare davvero qualcosa per chi fugge dalle persecuzioni omobitransfobiche in patria, la lista di possibilità è quasi infinita: stracciare il “decreto paesi sicuri” e gran parte delle norme su asilo e immigrazione volute dal PD e dalla Lega negli ultimi anni, smettere di vendere ai regimi dittatoriali le armi con cui opprimono le minoranze, informare le persone migranti dei loro diritti, garantire un iter di richiesta d’asilo ragionevole, eccetera eccetera eccetera. E no, non è una lettera a Babbo Natale: è una richiesta di rispetto minimo di diritti umani. Ed è su questo che si stabilisce da che parte stiamo, non su piccole riforme gattopardesche.

Pier Cesare Notaro
©2020 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazioni da wendel moretti (CC0) / da houseoflegacy (CC0)

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