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A partire dal 2012, la comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersessuali e asessuali) romena partecipa ogni anno alla manifestazione internazionale “Mese della storia LGBT”. L’edizione di quest’anno si accresce rispetto alle precedenti: limitata fino ad ora alla sola capitale Bucarest, “Luna Istoriei LGBT 2018” prevede numerosi appuntamenti anche a Cluj-Napoca, importante città universitaria e capitale culturale della regione della Transilvania. Cluj, lo ricordiamo, è anche sede di un importante festival cinematografico, Serile Filmului Gay (Serate del cinema gay), che si tiene nel mese di novembre.

Le manifestazioni coprono un arco di tempo dal 1° al 28 febbraio, vedendo la presenza di rassegne cinematografiche, assemblee pubbliche e incontri informativi (soprattutto per quanto riguarda la prevenzione dell’HIV e il problema del riconoscimento giuridico dell’identità di genere in Romania), ma anche concerti, sedute di yoga, speed dating, eccetera. Hanno partecipato all’organizzazione della kermesse le principali associazioni presenti nel paese: ACCEPT e MozaiQ di Bucarest, Pride Romania di Cluj-Napoca.

Omaggi e preoccupazioni

L’appuntamento è pensato come un omaggio allo scrittore e critico musicale romeno George Bălan, perseguitato dalle leggi omofobe del regime di Nicolae Ceaușescu che lo indussero nel 1977 alla difficile scelta dell’esilio. Oltre al merito di aver teorizzato la cosiddetta musicoterapia, Bălan ha scritto una storia culturale dell’omosessualità in più volumi non ancora tradotta in italiano. Florin Buhuceanu (ACCEPT), in un articolo dal titolo “Raccomandazioni al paese. La situazione LGBT all’inizio dell’anno”, pubblicato qualche giorno fa sull’importante quotidiano Adevărul, ha sottolineato l’importanza di Bălan per il mondo LGBT romeno, l’attualità dei suoi volumi e la necessità di una loro maggiore fruizione in Romania.

L’appuntamento di febbraio è un modo per superare l’isolamento culturale e la diffidenza di una ancora larga fetta della popolazione. Il 2018, infatti, non si apre sotto i migliori auspici. Sempre nell’articolo su Adevărul, Buhuceanu scrive: “La Romania ha ricevuto una lunga serie di raccomandazioni internazionali. È difficile da capire come sia possibile che la Romania non abbia una strategia per la lotta alla discriminazione, per la prevenzione all’HIV e ala TBC e per l’educazione sessuale nelle scuole pubbliche, oltre alla mancanza di progressi per quanto riguarda i diritti LGBT”. Una situazione preoccupante che troppo spesso viene ignorata nei paesi dell’Europa Occidentale.

Federico
©2018 Il Grande Colibrì

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