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Nel percorso di conoscenza della regolamentazione dei rapporti fra i due sessi nel diritto islamico, non può mancare un breve accenno alla poligamia. Pur non essendo molto diffusa tra i musulmani, è spesso oggetto di discussione e motivo di incomprensione del variegato universo islamico.

Nell’approcciarsi al tema bisogna sempre ricordare di andare oltre la nostra visione del matrimonio e dei rapporti con l’altro sesso, dandoci la possibilità di immaginare altri mondi e altri modi di vivere la propria sessualità. Io stessa rimasi sorpresa quando una ragazza somala sognava di diventare la seconda moglie di un uomo, non mostrando alcun problema nell’accettare di condividere l’intimità del rapporto di coppia con un’altra donna. Molte donne tuttavia non sopporterebbero mai l’idea che il proprio marito possa avere altre mogli, e per fortuna nella maggior parte dei casi anche i musulmani scelgono di accompagnarsi a una sola donna.

Andiamo alla fonte di questa pratica e chiediamo alla professoressa Serena Tolino di spiegarci brevemente da cosa ha origine la pratica della poligamia e come è regolamentata nel diritto islamico.

Come è noto, secondo il diritto islamico l’uomo ha il diritto di sposare fino a quattro mogli (e possedere un numero imprecisato di concubine), mentre una donna può sposare un solo uomo. Tale norma si basa su un versetto coranico che recita: “Se temete di non essere equi con gli orfani, sposerete le donne che vi piacciono, due, tre o quattro, ma se temete di non essere giusti con loro ne sposerete una sola, oppure le serve che possedete” (Sura 3, La Famiglia di Imran, 4) (1).

Secondo la tradizione islamica, tale versetto sarebbe stato dichiarato dopo la battaglia di Uhud (625), nella quale molti uomini musulmani erano caduti, e costituirebbe una misura a tutela delle donne che avevano perso il marito e dei loro figli.

Va però anche detto che, al di là della contingenza specifica, il Corano è frutto del periodo storico in cui è stato rivelato prima e canonizzato poi e che, molto spesso, dal punto di vista giuridico esso si basa su pratiche legali accettate anche nel periodo pre-islamico. Sappiamo con certezza che la poligamia era accettata e diffusa, e il Corano si inserisce quindi semplicemente nella stessa tradizione giuridica, cercando soltanto di regolarla.

introduzione di Rosanna Maryam Sirignano
testo di Serena Tolino
©2018 Il Grande Colibrì

Note:

(1) Traduzione italiana di Ida Zilio-Grandi, a cura di Alberto Ventura.

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Sessualità e diritto islamico – Diritti e doveri dei coniugi

Sessualità e diritto islamico – Nikah: cos’è il matrimonio?

One Comment

  • Gianluca ha detto:

    Vi siete dimenticati di specificare che il matrimonio islamico è un semplice contratto e che le normative prevedono pari trattamento per le varie mogli (leggi sostentamento) per cui – permettetemi l’ironia – con quello che costa una moglie averne massimo quattro è una cosa che in pochi possono permettersi e mi posso immaginare che a reddito elevato corrisponda anche un livello culturale più elevato. Altre visioni vanno bene ma da capire a livello storico/antropologico… non necessariamente da imitare o da accettare. Il codice civile italiano è ben preciso. La poligamia è reato!

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