Le teorie complottiste sono assurde, ma offrono un minimo di giustificazione a chi vuole diffondere l’odio. Così a Taiwan c’è chi sostiene che la presidente di centro-sinistra Tsai Ing-wen avrebbe introdotto le nozze tra persone dello stesso sesso solo per facilitare la diffusione dell’HIV/AIDS e far soldi con una presunta casa farmaceutica di sua proprietà.
Omofobia e sierofobia
Ovviamente tutto si fonda su falsità scientifiche (l’AIDS come malattia diffusa praticamente solo tra gli omosessuali), illogicità (il matrimonio che favorirebbe la diffusione dell’HIV) e bufale (la presidente proprietaria di un’azienda), ma queste fake news, diffuse dai partiti di destra e da gruppi cristiani fondamentalisti, sono già riuscite l’anno scorso a vincere un referendum contro i matrimoni gay.
Il governo per fortuna non ha ceduto alle pressioni. A maggio di quest’anno Tsai Ing-wen ha firmato la legge sulle nozze omosessuali (anche perché volute da una sentenza della Corte costituzionale e quindi non cancellabili neppure da un referendum). E ora parte la battaglia contro le fake news omofobe.
Servizi e segreti
Tra le persone accusate spicca il nome di Yan Cheng-yi, vicedirettore dell’ufficio investigativo del Ministero della giustizia, cioè dei servizi segreti taiwanesi, a Kaohsiung, la terza città più popolata del paese. Il suo coinvolgimento ha creato particolare scandalo perché il suo compito era combattere le notizie false. E invece era in prima linea nel diffonderle.
Pier Cesare Notaro
©2018 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da Carrie Kellenberger(CC BY 2.0)
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