Skip to main content

I risultati dei referendum a Taiwan del 24 novembre sono peggio di una doccia gelida per le donne e per la comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali): il 72,5% dei taiwanesi ha detto “sì” a restringere la definizione di matrimonio nel codice civile alle sole unioni tra un uomo e una donna, mentre i diritti matrimoniali delle coppie dello stesso sesso (oggetto di un altro referendum) hanno raccolto solo il 32,7% dei consensi. Il 61,1% dei votanti si è invece espresso a favore dei diritti delle coppie di conviventi dello stesso sesso, a patto che però non ci siano modifiche al codice civile

Altri due referendum si occupavano dell’educazione all’uguaglianza di genere nelle scuole: quello che chiedeva di proporre questa materia è stato bocciato (solo il 34% ha votato a favore), mentre quello che chiedeva di vietarla è stato approvato con il 67,4% di “sì”.

Diffondere pregiudizi

Com’è possibile che ci siano stati questi risultati in un paese dove, ancora  a novembre 2016, la maggioranza della popolazione era favorevole a riconoscere le coppie dello stesso sesso? Il favore nei confronti delle minoranze sessuali è crollato negli ultimi due anni e gli attivisti arcobaleno puntano il dito sulla valanga di fake news che ha investito Taiwan e che è diventata ancora più forte proprio in vista dei referendum. Le notizie false vanno da immaginarie mega-manifestazioni di rivolta contro i matrimoni omosessuali nei paesi che li hanno introdotti fino ad allarmi apocalittici.

Secondo un messaggio diventato virale, per esempio, se Taiwan riconoscerà le coppie gay, una gigantesca orda di stranieri HIV-positivi si riverserà nel paese per sposare gli omosessuali locali e poter così usufruire gratuitamente delle cure, mandando in rovina le finanze pubbliche. Il servizio sanitario ha ricordato che i coniugi stranieri non possono accedere automaticamente alle cure sanitarie, ma la precisazione è servita a poco.

La famigerata “teoria gender” è stata un altro cavallo di battaglia della propaganda omofoba: sono stati distribuiti volantini in cui si sosteneva (ovviamente falsamente) che nella proposta di legge per riconoscere i matrimoni omosessuali si sarebbe previsto anche di cancellare le norme sull’età del consenso, legalizzando la pedofilia. E in un video circolato enormemente, una presunta madre raccontava come durante le ore di educazione sessuale i bambini sarebbero costretti a masturbarsi davanti a tutti: una sciocchezza che però ha contribuito a diffondere terrore e omofobia.

Annacquare le unioni

Ed è proprio la scuola il vero campo di battaglia, dove i risultati dei referendum creeranno più danni diretti, impedendo l’educazione dei più giovani e una lotta al machismo, alla transfobia e all’omofobia. Sul fronte delle coppie dello stesso sesso, gran parte dei giochi sono già decisi: la corte costituzionale taiwanese ha stabilito nel 2017 che è incostituzionale non riconoscere il diritto di sposarsi alle coppie omosessuali. Se il parlamento non approverà una nuova legge entro il 24 maggio 2019, i matrimoni tra persone dello stesso sesso diventeranno automaticamente legali.

Il fronte ostile alle minoranze sessuali spera comunque che il voto di sabato possa spingere il governo a introdurre unioni civili annacquate, che riconoscano alle coppie dello stesso sesso il minimo possibile di diritti, sperando che poi la corte costituzionale possa accontentarsi. Per ora la parola torna al governo e al parlamento: la politica taiwanese sarà capace di resistere all’ondata di pregiudizi che sta investendo l’isola?

Pier Cesare Notaro
©2018 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da Carrie Kellenberger (CC BY 2.0)

Leggi anche:

Deepfake: pronti per la nuova generazione di super-bufale?

Censura anti-gay? Coprono il liceo di bandiere arcobaleno!

Leave a Reply