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Lo scorso venerdì 4 gennaio una corte d’appello di Washington ha emesso una sentenza a favore delle politiche attuate dall’amministrazione Trump per escludere le persone transgender dall’esercito statunitense, decretando il primo successo del presidente in questo contesto.

La sentenza ha ribaltato un precedente giudizio in materia, pronunciato per bocciare come incostituzionale il divieto per tutte le persone transgender, annunciato da Donald Trump nel luglio del 2017 per cancellare un provvedimento dell’amministrazione Obama che invece garantiva alle persone trans l’ingresso nell’esercito americano e l’assistenza medica per la transizione. Ma secondo i giudici, appunto, l’esclusione delle persone trans dalle forze armate avrebbe violato i loro diritti costituzionali.

Schiaffo al paese

Il nuovo piano di Trump, invece, vieta l’arruolamento solo delle persone transgender alle quali sia riconosciuta la disforia di genere. La American Psychiatric Association (Associazione psichiatrica americana; APA), che si oppone al divieto, definisce la disforia di genere come un “disagio clinico significativo” dovuto alla differenza tra l’identità di genere di una persona e il sesso assegnato alla nascita. Va detto che non tutte le persone transgender rientrano in questa definizione.

Questa sentenza – ha detto Shannon Minter, a capo dell’ufficio legale del National Center for Lesbian Rights (Centro nazionale per i diritti delle lesbiche) – è uno schiaffo dato a tutte quelle persone transgender che hanno dato prova di essere adatte a servire il paese”.

Il giudizio dei veterani

Lo Smithsonian Institution ha effettuato un sondaggio su questo argomento secondo il quale solo il 39% dei cosiddetti “veterani” militari americani (in particolare, il 37% dei militari maschi ed il 62% delle femmine) sosterrebbe la presenza delle persone transgender nell’esercito.

trans fuori esercito trump

Oltre al genere, conta molto anche la differenza di età: se “solo” il 32% della generazione della Seconda guerra mondiale approva, questa percentuale si alza al 39% dei “baby boomers” (i nati negli anni ‘40 e ’50) e il 42% della “generazione X” (nati negli anni ’60 e ’70). E sempre “solo” il 55% dei “millennials” (nati negli ’80 e ’90) vorrebbe che le persone transgender fossero libere di arruolarsi. A pensarci, sono “solo” percentuali altissime.

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Alessandro Garzi
©2019 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da Gage Skidmore (CC BY-SA 2.0)

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