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PdL vs. Comune a Milano: la famiglia è solo uomo-donna
Anche la Namibia contro il diktat inglese pro-LGBTQ*
Bullismo anti gay, nuova campagna shock in Olanda
Le parole possono ferire: cancelliamo “omosessuale”?

MOVIMENTO Si è svolto ieri in tutta Italia, come annunciato nei giorni scorsi (Il grande colibrì), il Transgender Day of Remembrance che, come suggerisce il nome, era solo il contributo nazionale ad una manifestazione di portata mondiale (ITDoR). Da segnalare la manifestazione ad Ankara (QX), dopo che proprio in Turchia, nelle scorse settimane, diverse organizzazioni internazionali avevano denunciato le persecuzioni – anche da forze dell’ordine e tribunali – di transessuali e difensori dei diritti trans (Il grande colibrì). Alla manifestazione hanno preso parte circa duecento attivisti, ma l’inizio è stato ritardato dalla polizia e si sospetta che fotografi in borghese abbiano “schedato” tutti i partecipanti. “Finora, quest’anno, sette persone transgender sono state uccise. Pertanto – spiega Ulrika Westerlund dell’associazione svedese RFSL – ho partecipato insieme a una serie di altri attivisti stranieri al TDoR di oggi e, durante il fine settimana, anche a una conferenza sui crimini ispirati dall’odio contro le persone transgender in Turchia“.

POLITICA Certo, di fronte ai diritti elementari messi in discussione, fa quasi sorridere la piccolezza italiana del consigliere provinciale milanese Nicolò Mardegan che, scandalizzato dalla proposta di proporre un libretto sulle diverse espressioni d’amore e sulle diverse famiglie negli asili comunali milanesi, fa dire alla Costituzione italiana più di quanto essa non dica. Il libro in questione, illustrato da Altan, racconta le avventure di Piccolo Uovo, che si confronta – nel corso dei diversi episodi che compongono la storia – con tutte le tipologie di famiglie. Ma il consigliere pidiellino obietta tirando in ballo nientemeno che la carta fondamentale che su cui poggia tutta l’impalcatura delle leggi nazionali (il Giornale). Peccato che per farlo Mardegan abbia presentato una mozione per “intervenire immediatamente nei confronti delle autorità competenti, per bloccare la diffusione negli asili milanesi del testo in oggetto” e “promuovere la famiglia, ‘società naturale fondata sul matrimonio’ (articolo 29 della Costituzione) tra un uomo e una donna“. Mentre la Costituzione, come messo in rilievo ottimamente da Enrico Proserpio (Il grande colibrì), non parla affatto di unione tra uomo e donna…

MONDO Sembra destinata a non finire l’eco alla minaccia inglese di tagliare gli aiuti agli stati africani omofobi (Il grande colibrì). Dopo molte nazioni ed organizzazioni umanitarie e di lotta per i diritti civili, un altro schiaffo al governo Cameron arriva dal primo ministro della Namibia, Nahas Angula, che ricalcando adagi già sentiti da numerosi altri capi di stato o di governo di altri paesi (Il grande colibrì), nega al Regno Unito il diritto di fare pressioni affinché le leggi di uno stato indipendente (nel caso specifico nemmeno appartenente al Commonwealth, trattandosi di ex-colonia tedesca ma interessata al commercio con il Regno Unito in quanto primo produttore al mondo, con una compagnia inglese, di uranio) vengano modificate e rimarcando che in Namibia le leggi prevedono l’illegalità per la sodomia. Tuttavia Phil Ya Nangoloh dell’associazione per i diritti umani Namrights fa notare che la Costituzione nazionale, anche se proibisce la sodomia, all’articolo 10 mette al bando le discriminazioni e afferma l’uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini: “Purtroppo però il Primo ministro sembra essere selettivo nel richiamarsi alla Costituzione” (All Africa).

CRONACA Mentre è finita ieri in Gran Bretagna la settimana di iniziative dedicate a combattere il bullismo omofobico (Il grande colibrì), una bella ma particolarmente scioccante campagna di video, promossa dalla Dutch Children’s Ombudsman (Têtu), denuncia che il problema non conosce confini né permette abbassamenti della guardia. Il video più duro propone la storia di Dave, sedicenne vittima di chiacchiere e bullismo omofobico, che pur essendosi rivolto all’istituzione scolastica non ha ottenuto risposte né aiuti (YouTube), concludendosi con lo slogan “Ogni bambino ha diritto ad essere se stesso“: un diritto che per troppi, in troppe latitudini, è ben lontano dall’essere raggiunto.

CULTURA E proprio durante la settimana inglese dedicata al bullismo omofobico è stata lanciata la campagna “Stop and think: words can hurt” (Fermati a pensare: le parole possono far male), raccolta con prontezza – per quanto riguarda la stampa quotidiana dal Guardian. La sfida è quella di eliminare dalle cronache la parola “omosessuale” preferendole, per esempio, “gay”, che trasmetterebbe meno freddezza e deumanizzazione. Inoltre il termine “omosessuale” richiamerebbe immediatamente l’utilizzo che ne fece l’Associazione americana degli psichiatri negli anni ’70, associandola ad un disturbo mentale: sebbene nel 1992 l’Organizzazione mondiale della sanità abbia bandito l’omosessualità dall’elenco delle malattie, molti medici continuano ad utilizzare quegli studi americani di 40 anni fa per giustificare le terapie di guarigione dall’omosessualità. Gary Nunn, giornalista del Guardian e autore dell’articolo, si augura anche che “gay” perda comunque la sua connotazione negativa, che pure ha, e diventi un giorno un termine neutro per indicare una caratteristica, esattamente come “alto”. Ma il tempo sembra assai lontano, e per noi che guardiamo a questo dibattito come fosse una discussione di lana caprina, pare irraggiungibile il giorno in cui ci preoccuperemo anche in Italia di queste sfumature: accadrà quando avremo qualche legge che garantisca i diritti che oggi, francamente, non vediamo all’orizzonte.

 

Michele
Copyright©2011MicheleBenini

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