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L’associazione per i diritti delle persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) ucraina Nash Mir (Il nostro mondo) ha denunciato che, nella notte tra il 19 e il 20 aprile, la polizia ha fatto irruzione all’interno del club gay Potemkin della città di Dnipro, la terza più grande del paese.

Umiliazioni sbirresche

Una ventina di agenti è entrata nel locale, all’interno del quale c’erano circa 25 clienti, oltre lo staff, ha fatto sdraiare tutti a terra, ha sequestrato a tutti i cellulari e avrebbe sottratto ai clienti anche altri effetti personali ai clienti, senza includerli nella lista del materiale confiscato. A due clienti stranieri sarebbe stato ordinato di cantare ad alta voce l’inno nazionale ucraino, mentre un altro avrebbe riportato delle ferite. Inoltre la polizia avrebbe usato nei confronti degli avventori termini omofobi.

https://youtu.be/r2zebbw-fuk

Tutte le persone fermate sono dovute rimanere a terra, senza possibilità di alzarsi per almeno tre ore, durante le quali sono state aperte le finestre del locale, mentre la temperatura, a Dnipro, non toccava i 5 gradi.

Le accuse che sono state mosse sono di “gestire un bordello o partecipare ai ricavi della prostituzione” e di “avere distribuito materiale pornografico”. La polizia ha pubblicato sul proprio sito le foto fatte nel locale, confermando le accuse mosse ai gestori del club.

“La polizia è omofoba”

Sembra – si legge in un comunicato stampa di Nash Mir – che la polizia nazionale ucraina consideri i rapporti tra uomini adulti come atti immorali, la regolare attività di un club come un reato penale e la distribuzione di profilattici come una perversione.

Noi condanniamo queste azioni omofobe e ovviamente illegali della polizia della città di Dnipro, che avvengono in un periodo durante il quale non mancano i crimini veri e propri, compresi i crimini d’odio verso le persone che hanno un diverso orientamento sessuale. Inoltre, le accuse di gestire un bordello e di distribuire materiale pornografico sono cose del tutto anacronistiche nel mondo moderno e democratico”.

Alessandro Garzi
©2019 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da U.S. Embassy Kyiv Ukraine (CC0)

 

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