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48 voti a favore, 24 contro e 25 astensioni. In un primo momento i media del Gabon hanno pubblicato la notizia che la proposta di depenalizzare l’omosessualità nel paese africano era stata bocciata, perché ieri sera non aveva ottenuto la maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale, la camera bassa del parlamento. Poi l’importante smentita: le astensioni non contano per calcolare la maggioranza, l’Assemblea ha deciso che l’omosessualità non è più reato. La storia della criminalizzazione dei rapporti sessuali tra adulti consenzienti dello stesso sesso nello stato centrafricano, in realtà, è stata abbastanza breve: la norma che condannava lesbiche, bisessuali e gay a sei mesi di carcere era entrata nel codice penale solo nel luglio del 2019 e quindi non è durata neppure un anno.

Tradizioni tolleranti…

La depenalizzazione è stata fortemente voluta da Julien Nkoghe Bekale, diventato primo ministro a gennaio di quest’anno sotto la bandiera del Parti Démocratique Gabonais (Partito democratico gabonese; PDG), una forza politica di centro-destra che si è divisa nel voto di ieri sera. A seguire il dibattito nel paese, i parlamentari contrari sono stati decisamente più visibili e chiassosi, anche se poi in aula ha prevalso una maggioranza silenziosa più tollerante nei confronti delle minoranze sessuali.

Cosa cambia davvero lo ha spiegato un professore universitario, che ha scelto significativamente di rimanere anonimo: “Il governo non vuole legalizzare l’omosessualità, ma depenalizzarla: sono due cose molto diverse. Con la legalizzazione, si consacrerebbe giuridicamente questo orientamento sessuale e gli si riconoscerebbero dei diritti, mentre con la depenalizzazione si tratta semplicemente di non condannare alla prigione e a pagare multe chi ha questo orientamento, senza accordargli dei diritti“. Il docente si è detto favorevole alla riforma perché “conforme allo spirito e alle tradizioni tolleranti che prevalgono in Gabon: discriminare una persona in base al suo orientamento sessuale è tanto abietto quanto farlo in base al colore della sua pelle“.

…e reazioni intolleranti

Nella popolazione, però, sembra prevalere lo scontento, alimentato anche da star locali come la cantante Creol, che ha scritto di non volere “un Gabon con i colori arcobaleno della comunità LGBT“. I commenti sui social network sono per la maggior parte poco edificanti: “Il popolo deve sollevarsi contro questo governo di froci“, “Non temete la collera di Dio? Non fatevi più vedere in chiesa!“, “Che Dio ci salvi, il Gabon diventerà un bordello per omosessuali!“, “Gli uomini sfondano altri uomini, il diavolo sta conquistando i figli dell’Eterno“… Se volevano dimostrare che la depenalizzazione non basta, ci sono riusciti in pieno.

Pier Cesare Notaro
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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