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In Camerun, gli abusi e le violenze contro la comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex, asessuali) non accennano minimamente a placarsi. I dati del resto parlano chiaro: nel corso dell’appena passato mese di febbraio tre uomini gay sono stati uccisi e più di venti persone sono state arrestate con l’accusa di aver violato l’articolo 347-1 del codice penale camerunense (quello che, per capirci, considera l’omosessualità un reato punibile con pene che vanno dai 6 mesi fino ai 5 anni di carcere).

Arresti arbitrari

Oltre alla famosa attivista e influncer trans Shakiro, arrestata di recente insieme alla sua amica Patricia, a finire dietro le sbarre sono stati anche dodici ragazzi poco più che adolescenti. Stando alle informazioni rese note da 76crimes, al momento dell’arresto i ragazzi stavano partecipando a una festa organizzata al Grand Palace Restaurant, un noto locale situato nella popolosa città di Bertoua. Ad allertare la polizia, subito intervenuta per assicurare i malcapitati alla “giustizia”, sarebbe stato il proprietario del locale, che li avrebbe sorpresi a baciarsi.

La vicenda, che ha suscitato profonda indignazione e sconcerto all’interno della comunità LGBTQIA camerunense, è stata ben presto seguita da un’altra notizia altrettanto sconfortante: pochi giorni dopo l’arresto dei dodici ragazzi, altre nove persone sono infatti state condotte in carcere. Stando alle dichiarazioni rilasciate da uno degli agenti coinvolti nell’indagine, il fermo e l’incarcerazione dei nove uomini sarebbe servito a “verificare” la loro presunta omosessualità. Una motivazione a dir poco assurda, che ha profondamente indignato gli esponenti delle associazioni in difesa della comunità LGBTQIA locale.

uomo kenya africa magliettaIngiustizia e omertà

E grande, anzi grandissima indignazione hanno suscitato anche le notizie dei brutali assassinii che hanno recentemente insanguinato il paese. “Stiamo attualmente assistendo a una recrudescenza dell’omofobia in Africa, e in particolar modo in Camerun” ha affermato con amarezza Alexandre Marcel, il presidente dell’organizzazione non governativa IDAHO France (il comitato francese della Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia).

Nella sua dichiarazione, Marcel non ha mancato di fare cenno alle responsabilità della polizia del paese centrafricano, accusata a più riprese di non aver mosso un dito per assicurare i responsabili dei tre omicidi alla giustizia. E se le colpe delle autorità sono evidenti, non meno gravi risultano essere le mancanze dei media camerunensi, che hanno accuratamente evitato di fornire informazioni su questi omicidi di stampo omofobo. “Non ci sono informazioni disponibili. Nessun mezzo di informazione locale parla di quanto è accaduto. Sappiamo cos’è successo perché siamo stati avvisati dalle associazioni e dagli attivisti LGBTQIA” ha concluso con tristezza il presidente di IDAHO France.

Nicole Zaramella
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: Il Grande Colibrì / elaborazione da Mwabonje (CC0)

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