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Mentre in Europa politici populisti e religiosi fanno crociate contro i diritti delle persone LGBTQIA+ (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) e in Italia cercano di ridurre le categorie di persone che possono vedere garantiti i propri diritti, con un dibattito fuori dal tempo sull’identità di genere, buone notizie arrivano, sul fronte politico, dal Sud America.

Brasile

Sono un governatore gay, non un gay che fa il governatore” ha dichiarato in diretta televisiva Eduardo Leite, giovane governatore dello stato brasiliano del Rio Grande do Sul. “Non ho mai parlato di un argomento legato alla mia vita privata, ma in questo momento di bassa integrità in Brasile ribadisco che non ho nulla da nascondere” ha aggiunto, riferendosi alle dichiarazioni intolleranti del presidente Jair Bolsonaro che si è detto orgoglioso di essere omofobo e di preferire un figlio morto a un figlio gay. Leite, che si definisce socialdemocratico, potrebbe essere proprio lo sfidante di Bolsonaro alle prossime elezioni presidenziali che si terranno nel 2022.

In altri tempi il suo coming out avrebbe sicuramente arrecato un enorme danno alla sua carriera politica. Ma, secondo uno studio dell’istituto di ricerca Paraná Pesquisas, per il corpo elettorale brasiliano questo non è più un problema: il 75,9% delle persone ha risposto che l’orientamento sessuale del candidato alla presidenza non potrebbe far cambiare il loro voto alle elezioni. Il 13,9%, invece, pensa che il fatto che un candidato sia gay lo renda meno “votabile”: come era prevedibile, questa percentuale cresce tra la componente maschile e le persone over 60. Per il 5,8%, infine, il suo orientamento omosessuale invoglierebbe a votare per lui, mentre lə intervistatə rimanenti hanno dichiarato di non avere un’opinione in merito.

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Sui i documenti argentini potrà essere indicato il genere con una “X”, in alternativa ai canonici “maschile” e “femminile”. La legge, entrata in vigore lo scorso 21 luglio e varata per decreto dal presidente Alberto Fernández, stabilisce che la “X” servirà a indicare tutte quelle persone “non binarie, di genere non determinato, non specificato o non definito”, e tutte le altre persone che non si sentono incluse nelle definizioni di “maschile” e “femminile”. In un post su Facebook, la Federación Argentina Lgbt (Federazione argentina LGBT; FALGBT) ha definito la normativa come “un traguardo storico” e “un passo che apre la via a una vera uguaglianza”, per quanto “l’uso della X non sia totalmente inclusivo”.

Questa legge ha reso l’Argentina il primo Paese sudamericano a riconoscere le persone non binarie sui documenti di identità. Sono in tutto circa una dozzina le nazioni al mondo che permettono l’uso del “terzo genere” nei documenti, mentre nei Paesi Bassi si sta discutendo di togliere del tutto l’indicazione del genere dai documenti di identità.

Cile

Il Senato cileno ha approvato la legge che istituisce il matrimonio egualitario nel paese. Il provvedimento sarà adesso inviato alla Camera dei deputati per avere il via libera finale. La legge, una volta in vigore, dovrebbe riconoscere anche alle coppie composte da persone dello stesso sesso tutti i diritti garantiti alle coppie sposate eterosessuali, inclusi quelli che riguardano l’adozione.

Non ci saranno più coppie di serie A e di serie B” ha dichiarato Oscar Rementeria, portavoce per l’organizzazione per i diritti delle persone LGBTQIA+ Movimiento de Integración y Liberación Homosexual (Movimento di integrazione e liberazione omosessuale; Movilh). La senatrice cristiano-democratica Yasna Provoste, che ha votato a favore, ha detto: “Vogliamo andare in una direzione che faccia progredire il nostro paese nella giustizia e che eradichi tutte le forme di discriminazione”. In Cile le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono state istituite nel 2015 e la legge sul matrimonio egualitario era stata sottoposta al parlamento dalla allora presidente Michelle Bachelet.

Alessandro Garzi
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazioni da Pexels (CC0) / da Alan Santos/PR (CC BY 2.0)

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