Skip to main content

Mentre in Italia Simone Pillon, il senatore leghista scelto dalla maggioranza come  vicepresidente della Commissione infanzia e adolescenza, spara a zero contro l’incontro in TV tra Luxuria e un gruppo di bambini, in paesi più civili è finita la pazienza nei confronti di chi si lascia sfuggire spropositi transfobi.

L’India che avanza

Se ne è resa conto Sadhana Singh, parlamentare del Bharatiya Janata Party (Partito popolare indiano; BJP), che si è di certo pentita dell’attacco che ha mosso contro Mayawati, la presidente del Bahujan Samaj Party (Partito della società maggioritaria; BSP), forza politica che rappresenta paria e caste inferiori.

Sadhana Singh, politica di destra e rappresentante del partito al governo, ha pronunciato parole squallide contro Mayawati: “È una vergogna per tutte le donne: non si riesce neppure a dire se possa essere contata tra gli uomini o tra le donne, è peggio di una persona trans“. Risultando al tempo stesso misogina e transfoba, la parlamentare ha subito critiche non solo dall’opposizione, ma anche dai compagni di partito. E si è mobilitata anche la National Commission for Women (Commissione nazionale per le donne; NCW), che ha promesso di approfondire la vicenda. Sadhana Singh è stata costretta a chiedere scusa.

La transfobia è considerata sempre peggio in un’India che sta rapidamente evolvendo, fino a moltiplicare le iniziative per un’integrazione reale delle persone transgender. Proprio questa settimana, per esempio, la Panjab University di Chandigarh ha proposto di introdurre l’esenzione totale delle tasse scolastiche per gli studenti trans. Un’ottima notizia, anche se questa esenzione, se approvata, prevederà anche alcune regole poco democratiche, come il divieto per i beneficiari di partecipare a proteste.

rupia trans

Un movimento ambiguo

Ma la grande novità di questi giorni è un’altra: per la prima volta anche un movimento indù trans, il Kinnar Akhada, ha potuto partecipare al primo giorno della Kumbh Mela di Prayagraj, la festa in cui milioni di pellegrini vanno in pellegrinaggio per immergersi nelle acque sacre alla confluenza del Gange e dello Yamuna ed essere così assolti dai propri peccati. Inoltre, il gruppo ha annunciato che proprio a Prayagraj verrà creato il primo ashram (luogo di meditazione) dedicato alle persone transgender.

Ma non è tutto oro quel che luccica. Il Kinnar Akhada ha conquistato il proprio legittimo posto corteggiando la destra fondamentalista del BJP e di Adityanath, il monaco indù estremista diventato primo ministro dello stato federato dell’Uttar Pradesh: è lui, per fare un esempio, che pochi mesi fa ha cambiato lo storico nome di Allahabad (città di 1,1 milioni di abitanti) in Prayagraj, con l’esplicito scopo di cancellarne la lunga storia islamica. Adityanath è molto conosciuto come istigatore di violenze contro le minoranze religiose musulmana e cristiana e per le sue dichiarazioni misogine.

Un’attivista opportunista

La strategia di Laxmi Narayan Tripathi, leader del Kinnar Akhada, sembra chiara: si elemosinano i diritti delle persone transgender offrendo in cambio una copertura alla persecuzione di altre minoranze e all’assalto del fondamentalismo indù all’India laica. Per farlo, Tripathi ha dovuto rivoluzionare la propria immagine: se prima era nota soprattutto per aver partecipato a un reality show stile Grande Fratello, all’improvviso ha scoperto una profonda vocazione religiosa e si è avvicinata all’induismo fondamentalista, iniziando ad approvare le demolizioni di moschee e le violenze contro i musulmani.

Tripathi alimenta “le politiche di odio comunitario della destra” ha riassunto una lettera aperta con cui centinaia di persone transgender e di attivisti per i diritti umani hanno denunciato le scelte (dettate da cinico carrierismo, secondo molti) dell’attivista trans fondamentalista. Insomma, per fortuna l’India laica e LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) sta resistendo a intrighi politici che negano i diritti delle minoranze religiose e usano i diritti delle persone transgender solo come paravento al peggio della politica indiana.

Pier Cesare Notaro
©2019 Il Grande Colibrì
foto: elaborazione da Anish Mahato (CC0)

Leggi anche:

LGBT, per l’esercito indiano resta un tema “inaccettabile”
Transgender nell’induismo 1 – Prima della distorsione

Leave a Reply