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In Moldavia – dice Anastasia Danilova, a capo di Genderdoc-M, la principale organizzazione per la difesa dei diritti delle persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) nel paese – la situazione della comunità è molto controversa: da un lato sulla carta non abbiamo nessuna discriminazione contro di noi e niente ci vieta di organizzare degli eventi pubblici, ma dall’altro dobbiamo affrontare un pesante clima di odio nei nostri confronti”.

E continua: “Ci sono persone come il Presidente della Repubblica che dice di non sentirsi presidente anche delle persone LGBT e tiene discorsi contro di noi. La stessa cosa accade per quello che riguarda la Chiesa [ortodossa; ndr], i cui capi affermano apertamente che noi siamo un pericolo per la società moldava”.

Sotto attacco

Nella prima edizione del Pride locale, nel 2013, e in quelle successive, le proteste contro gli attivisti di Genderdoc-M sono state piuttosto pesanti e la polizia non ha fatto praticamente niente per evitare gli scontri. Negli ultimissimi anni, comunque, la situazione sembra andata migliorando e la polizia tiene a dovuta distanza i contestatori. “Il giorno del Pride – dice Maria, un’attivista – ci siamo messi una maglietta con scritto ‘Fara Frica’ [senza paura; ndr], abbiamo sventolato le bandiere e portato gli striscioni, ma la gente continua a essere intimorita da noi”.

Gli attacchi fisici veri e propri sono rari, ma i fanatici di destra usano alcune trappole contro le persone LGBTQIA. Alcuni creano dei falsi profili “amici” sui social network e chiedono alla vittima di recarsi in un posto particolare; una volta individuata questa persona, viene fotografata e le sue foto sono rese pubbliche. “Si deve fare sempre attenzione – afferma un altro attivista – a quello che succede nel web, perché si può sempre cadere nella trappola di qualche pazzo fascista che, ad esempio, crede che alcune donne siano lesbiche perché non hanno mai incontrato un vero uomo e che per questo possano essere curate”.

Alessandro Garzi
©2019 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

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