Skip to main content

Le notizie di questa settimana:
Tunisia – Dopo l’attentato di Sousse, che fare?
Kuwait – Integralismo, un boomerang sul Golfo
Boko Haram – Il Ciad nel mirino del terrorismo
Stato islamico – Come si può sconfiggere l’ISIS?
Amore – Nuovi alleati per gli LGBT musulmani

Tunisia – Dopo l’attentato di Sousse, che fare? Come deve reagire la Tunisia dopo la strage del 26 giugno a Sousse? I commentatori si dividono, ma puntano il dito unanimemente contro l’integralismo.

E’ la Tunisia, con la sua storia, il suo popolo, la sua cultura ed il suo stato, ad essere nel mirino dell’internazionale terrorista. E’ nostro dovere lottare per difendere il nostro paese su tutti i fronti per vincere la nebulosa terrorista: la nostra generazione ha la responsabilità storica di difendere il nostro modello di società contro gli integralisti barbari e criminali. Il popolo tunisino vive la sua prima grande sfida dopo l’indipendenza del paese. E saprà risollevarsi e proseguire il proprio cammino nel campo della libertà, contro tutti i fascismi barbuti, i nazismi islamisti e i terrorismi ciechi. [webdo.tn]

Anche se era stata avvertita in anticipo che il mese di Ramadan non sarebbe stato un mese di riposo, la polizia e il ministero dell’interno erano occupati a dare la caccia nei bar a chi non digiunava, con raid sbirreschi spettacolari. Perché l’apparato di sicurezza tunisino non ha più come priorità la lotta contro il terrorismo ed impegna i suoi massimi ufficiali nelle azioni più futili? Una circolare ministeriale per dare la caccia ai bar aperti, mentre il paese vive una guerra contro il terrorismo, non ha alcun senso e riflette il dilettantismo dell’alta gerarchia politica nella gestione del dossier terrorismo. [businessnews.com.tn]

I tunisini mostrano una scarsa vigilanza e attenzione cittadina, non sostenendo sufficientemente lo sforzo del governo nella lotta al terrorismo e non aiutando a prevenire questa minaccia, in attesa che sia sradicata da un forte impegno internazionale che tarda a venire: le principali democrazie del mondo si limitano a darci una dose omeopatica di incoraggiamento che, evidentemente, non aiuterà il nostro paese a ritrovare il suo equilibrio economico e sociale che rischia di perdere per sempre. Per vincere disoccupazione, povertà e malessere, dobbiamo contare prima di tutto e soprattutto su noi stessi. [kapitalis.com]

Kuwait – Integralismo, un boomerang sul Golfo. I paesi del Golfo per decenni hanno promosso l’integralismo nel mondo e ora ne vengono colpiti, come mostra la strage alla moschea sciita del 26 giugno.

L’estremismo è stato incoraggiato dai media e inculcato nella testa dei bambini dal sistema educativo a partire dal 1976, quando il regime ha sospeso la costituzione e sciolto il parlamento. Da allora il Kuwait ha puntato sui gruppi religiosi reazionari per garantirsi la pace sociale. In 40 anni l’estremismo ha messo radici profonde e non riusciremo ad affrontare il problema accettando compromessi o proponendo soluzioni graduali. C’è bisogno di un cambiamento a 180 gradi e di farla finita con tutti i segni del bigottismo officiale che i nostri governanti hanno adottato dal 1976. [alqabas.com.kw]

Da anni vediamo altri paesi affondare nella violenza, dall’Afghanistan alla Somalia, passando per Sudan, Siria, Iraq, Libia e Yemen. Abbiamo sempre pensato che fossero problemi lontani da noi. Invece questi paesi non solo sono vicini a noi, ma soprattutto un gran numero di idee intolleranti e di discorsi che giustificano questo tipo di massacri hanno avuto origine, e continuano ad averla, nei paesi del Golfo. Era solo questione di tempo: inevitabilmente quella stessa violenza ora si diffonde anche da noi. [alwasatnews.com]

Non è passato molto tempo prima che, sui social network, il coro unanime di condanna cedesse ancora una volta allo scambio d’insulti, svelando il vero clima di tensioni tra confessioni. La radice del problema non sta tanto nei manuali di insegnamento religioso, nei predicatori che promuovono, soprattutto in TV, il confessionalismo: c’è una crisi identitaria che riguarda anche chi si dice moderato, i non praticanti e persino gli atei. Sunniti e sciiti hanno un destino comune nella regione e bisogna evitare a qualsiasi costo che la guerra civile di Siria e Iraq si estenda ai paesi del Golfo. [alaraby.co.uk]

Boko Haram – Il Ciad nel mirino del terrorismo. Il 29 giugno Boko Haram è tornato a fare strage nella capitale del Ciad, ma la risposta politica e di sicurezza del governo di N’Djamena sembra efficace.

Si potrebbe avere qualcosa da ridire su alcune misure di sicurezza, come il divieto di indossare il burqa o il rinnovo della carte d’identità, ma di fronte a un pericolo che minaccia la stabilità di tutta una nazione bisogna aspettarsi qualche piccolo inconveniente. E, nonostante l’attacco del 29 giugno a N’Djamena, con 11 morti, l’azione del governo non è stata infruttuosa: domenica scorsa le forze di sicurezza hanno messo le mani su un uomo sospettato di essere il rappresentante in Ciad dell’infame leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, e il 29 giugno hanno sequestrato un vero e proprio arsenale di guerra. [aouaga.com]

Stato islamico – Come si può sconfiggere l’ISIS? Per alcuni analisti le reazioni inefficaci e titubanti contro il gruppo terroristico Stato islamico hanno reso possibile la sua vittoria, almeno nel breve termine.

C’è una lezione chiara da trarre da questi ultimi anni: anche non prendere decisioni è una decisione, che può avere conseguenze persino peggiori. Due elementi sono essenziali per evitare la vittoria dell’IS. Innanzitutto bisognerebbe svuotare di senso il suo “califfato”, riprendendo gran parte dei territori conquistati. Inoltre occorre trovare una soluzione a quello che resta il problema più difficile da risolvere: l’alienazione delle popolazioni sunnite, che alimenta il reclutamento dell’IS. Questo obiettivo esigerà pressione militare, forza di persuasione e notevoli capacità diplomatiche. [washingtonpost.com]

Per vincere l’IS bisogna disarmare la sua potente rete di corruzione, coercizione e spionaggio e al tempo stesso condurre un’azione di sensibilizzazione mostrando alle popolazioni quanto i jihadisti siano brutali. Ma la maggior parte dei nemici dell’IS sono più deboli di lui: corruzione e paura hanno reso l’esercito iracheno una scatola vuota, le rivalità nel movimento ribelle siriano sono una manna per l’IS e Bashar al-Assad, che a lungo è sembrato capace di resistere ai suoi nemici, oggi affronta ribelli che alzano la testa e colpiscono duramente il suo esercito. [ft.com]

Nonostante le tattiche barbare e omicide, l’IS non è un attore importante sulla scena internazionale. La sua retorica seduce i giovani emarginati di altri paesi, ma i suoi 25mila e poco più combattenti inesperti, in fin dei conti, non rappresentano molto su una popolazione globale di 7 miliardi di persone. Forse non ci si dovrebbe neppure lamentare se queste reclute lasciano il proprio paese e vedono con i propri occhi la dura realtà del potere jihadista invece di seminare il caos nel paese d’origine. Ma quanto tempo ci vorrà prima che altri paesi riconoscano lo “Stato islamico” come governo legittimo? [foreignpolicy.com]

Amore – Nuovi alleati per gli LGBT musulmani. Anche molti fedeli musulmani hanno difeso il Gay Pride di Istanbul dalle violenze del governo. Intanto l’imam Zahed predica un islam inclusivo.

Il Pride di Istanbul è stato disperso dalla polizia con una violenza tale da spingere i media di tutto il mondo ad occuparsene. La motivazione? Il corteo in programma ieri era in programma in pieno Ramadan. Ma la repressione ha consegnato una nuova piccola vittoria al partito curdo HDP, con alcuni deputati, in gran parte eterosessuali, che hanno difeso il diritto a manifestare venendo essi stessi malmenati. Ma la loro presenza, insieme a quella di diplomatici inglesi e americani, ha di fatto respinto la violenza della polizia e li ha fatti diventare gli eroi eterosessuali e musulmani del Gay Pride [ilgrandecolibri.com]

Possiamo e soprattutto dobbiamo separare la religione come struttura politica, dogmatica, ideologica, fascista e totalitaria dalla religione come realtà spirituale, universale, inclusiva e umanista. L’islam non ha un clero organizzato e centralizzato. Per secoli è stata una fortuna, perché ha significato tolleranza, libertà di pensiero, filosofia… Però, a partire dal crollo del mondo arabo-musulmano e dell’impero ottomano in particolare, dopo la prima guerra mondiale, questa libertà ha aperto le porte agli estremisti peggiori, che si sono appropriati dell’islam a fini nazionalistici e politici. [ilgrandecolibri.com]

Leave a Reply