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Yulja Tsvetkova è un’attivista russa in attesa di essere giudicata con accuse varie legate alla legge che vieta la “propaganda gay” nel paese e che potrebbe essere anche condannata per diffusione di pornografia per aver postato il disegno di una vagina in una pagina di body positive art su un social media. Agli arresti domiciliari da novembre, ha avuto ieri la piacevole sorpresa (che non la solleva dalle accuse) di vedere sospesa questa misura restrittiva. Per lei l’associazione per i diritti delle minoranze Moscow Community Center e l’organizzazione LGBTQIA internazionale All Out si sono associate in una raccolta firme globale per esortare le autorità russe a ritirare tutte le accuse e ad abrogare la legge sulla “propaganda omosessuale”.

Nei giorni scorsi eravamo riusciti a contattare Yulja Tsvetkova per farci raccontare la sua situazione, le accuse che deve fronteggiare e per chiederle cosa può fare la comunità mondiale LGBT per lei e per le altre persone vittime di quest’assurda normativa.

Perché sei accusata di “propaganda gay”?

Sono attualmente sottoposta a tre procedimenti giudiziari: un processo penale per “pornografia” per il quale rischio fino a 6 anni di carcere e due processi per “propaganda” che mi causano una multa di 50mila rubli [circa 600 euro; ndr] ciascuno. La prima accusa di propaganda si basa su un gruppo di un social media, in cui ho pubblicato articoli sulla cultura queer, sul supporto offerto alla gioventù LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) e sulla discriminazione delle persone LGBTQIA in Russia. La seconda accusa è per un’immagine in solidarietà con le famiglie queer in Russia.

Volevi esprimere solidarietà con una coppia gay fuggita dalla Russia: qual è la loro storia?

Due uomini vivevano tranquillamente con i loro figli adottivi. Non erano attivisti, non erano usciti allo scoperto. In qualche modo i servizi di protezione dell’infanzia hanno scoperto che i bambini avevano due padri e la polizia voleva portarli via. Tutta la famiglia è fuggita all’estero e ora vive in sicurezza. La storia è stata importante per la Russia, e quindi è stata lanciata una grande campagna di solidarietà. La minaccia per le famiglie queer con bambini è costante in Russia e in ogni caso è importante opporsi alla discriminazione.

Hai subito gravi minacce: chi ti ha minacciata? Sei spaventata? E la polizia ha fatto qualcosa per proteggerti?

Le minacce vengono dalle persone che si definiscono “Saw” (Io ti ho visto), come il titolo di un famoso horror. Minacciano regolarmente gli attivisti LGBTQIA in Russia, facendo liste di nomi delle persone che vogliono uccidere o mutilare. Diverse persone hanno lasciato il paese a causa di queste minacce. Almeno una donna dell’elenco Saw è stata assassinata.

Saw mi sta minacciando personalmente per la seconda volta e la polizia non fa nulla. L’11 marzo sono stata interrogata dagli agenti di polizia a proposito delle minacce: hanno riso di me, hanno posto alcune domande inopportune e mi hanno consigliato di “non vivere in casa“. L’ultima volta che ho ricevuto le minacce (era l’estate del 2019) la polizia ha agito allo stesso modo e nessuno è stato trovato. Sono meno spaventata dalle minacce e più arrabbiata con la polizia che è così poco professionale.

Cosa possiamo fare dall’estero per aiutarti?

Scrivete del mio caso. La Glasnost (trasparenza) è la nostra arma più grande qui: ho notato come la polizia abbia iniziato a trattarmi in modo diverso dopo che il mio caso è diventato noto. La gente dovrebbe sapere di essere così utile contro la discriminazione di LGBTQIA e donne in alcuni paesi. La gente dovrebbe sapere che nel nostro paese qualcuno può andare in prigione per l’arte body positive, per lezioni sul sesso sicuro e per spettacoli teatrali per ragazzi. A parte questo, non ci sono molte cose che si possono fare.

Una controversa riforma costituzionale è in discussione in Russia: cosa ne pensi?

Penso che la riforma costituzionale sia una vergogna per la Russia moderna. L’obiettivo principale è consentire a Putin di rimanere presidente per altri 16 anni. Il resto è un’illusione di cambiamento, per la gente stanca del regresso costante e della povertà.

Perché hanno proposto di vietare il matrimonio tra persone dello stesso sesso, considerando che non ci sono proposte per legalizzarlo?

L’omofobia in Russia è stata creata dal governo e alimentata da esso. È iniziato con la “legge sulla propaganda” nel 2013 e va avanti da lì. Il divieto di matrimoni omosessuali è un “regalo” per le persone che pensano che le persone LGBTQIA siano i loro nemici (mito diffuso attivamente dalla propaganda governativa). Nel complesso, non cambia molto per noi, è ancora la stessa storia dei “valori familiari tradizionali” e delle “tradizioni russe” che viene utilizzata per discriminare un gruppo di persone al fine di soddisfare il resto. Ogni anno che passa diventa sempre più difficile vivere pienamente per le persone LGBTQIA. Non sarei sorpresa se un giorno ci fosse una proposta per criminalizzare nuovamente l’omosessualità, come in epoca sovietica.

Michele Benini
©2020 Il Grande Colibrì
immagini: Yulja Tsvetkova

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