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Nonostante la sentenza del 2018 con cui Corte suprema ha stabilito che la Sezione 377 del codice penale, che criminalizza i rapporti sessuali “contro l’ordine della natura“, non può essere applicato all’omosessualità, in India la comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) è ancora osteggiata e discriminata. In questi giorni il massimo tribunale indiano sta discutendo sulla validità legale del matrimonio tra persone dello stesso genere. Purtroppo l’opposizione è forte: vengono tirate in ballo l’etica indiana, la cultura e la società, e il governo federale ha definito il matrimonio un “legame tra un uomo biologico e una donna biologica”.

Alle autorità indiane sono pervenute diverse petizioni nell’arco del 2020 che chiedono il diritto al matrimonio tra persone dello stesso genere. Le leggi che regolano le nozze e tutte le questioni che ne derivano, come la successione e il mantenimento, sono contenute, tra gli altri, nell’Hindu Marriage Act (Legge sul matrimonio indù) del 1955, in cui c’è un passaggio a mio parere importante: si specifica che il matrimonio è una relazione sacra e in alcuni sistemi matrimoniali indù lo stato non ha alcun ruolo, poiché tale unione rimane un affare privato all’interno del contesto sociale.

I depositari delle petizioni rivendicano il diritto alla privacy delle proprie relazioni amorose e coniugali. Tuttavia, il governo centrale si è mostrato assolutamente contrario, poiché “contrarre matrimonio è entrare in una relazione che ha anche un significato pubblico“. Ha inoltre affermato che “il matrimonio non è solo una questione di unione di due individui, ma una solenne istituzione tra un uomo biologico e una donna biologica” e che “vivere insieme come partner e avere rapporti sessuali tra individui dello stesso sesso non è paragonabile al concetto di unità familiare indiana di marito, moglie e figli, che presuppone necessariamente un uomo biologico come marito, un donna biologica come moglie e figli nati dall’unione tra i due“.

Detto ciò, attesta che “esiste un legittimo interesse statale a limitare il riconoscimento legale del matrimonio” e che “spetta al legislatore giudicare e applicare tale moralità sociale e accettazione pubblica basata sull’etica indiana“.

india donna abito tradizionaleVoci LGBT indiane

In una delle petizioni si legge: “È il 2021 e dobbiamo apportare un cambiamento e dobbiamo farlo accadere adesso. La mia richiesta rivolta al governo e alla Corte suprema è di esaminare questo aspetto e considerare il fatto che alla fine della giornata vogliamo solo essere in grado di amare e vivere una vita normale“. Nandini Sen, una ragazza lesbica, riflette sulle raffigurazioni scultoree dei mandir, i templi sacri indù: “Il nostro governo considera sacri i mandir, quindi dovrebbero dare un’occhiata alle sculture sui templi di Khajurao, molte delle quali raffigurano l’omosessualità“.

Chirag Sharma scrive in una petizione: “La depenalizzazione senza altri diritti è come permetterci di esistere senza vivere una vita normale“. Se i matrimoni tra persone dello stesso genere verranno legalizzati, aggiunge, “sarà più facile per le famiglie accettare la sessualità dei loro figli“. Roop e Anurag, una coppia che vive insieme da molti anni, sono convinti che “le famiglie in India hanno iniziato ad accettare queste relazioni e anche loro vogliono che i loro figli abbiano una relazione legale“.

Cultura e legge

I matrimoni in India non sono regolati da una normativa uniforme. Esistono diverse disposizioni a seconda della religione: ci sono le leggi sul matrimonio indù, quelle sul matrimonio islamico, su quello cristiano e sui matrimoni speciali. E proprio lo Special Marriage Act (Legge sui matrimoni speciali) del 1954 viene invocato a gran voce dalla comunità LGBTQIA perché contiene disposizioni sul matrimonio civile che potrebbero far cadere ogni resistenza.

india trans sposano omofobiaAlla luce di queste molteplici regole che gestiscono la società, la comunità LGBTQIA si chiede cosa sia davvero la cultura indiana e a cosa si riferiscano i giuristi e i governanti quando la tirano in ballo. Nel 2019, per esempio, c’è stato un cospicuo numero di matrimoni tra donne transgender e uomini cisgender, dimostrando che non vale la condizione secondo cui un matrimonio si potrebbe celebrare solamente tra “una donna biologica e un uomo biologico”.

L’articolo 15

Un’altra legge che renderebbe incostituzionale il divieto di sposarsi alle persone dello stesso sesso è l’articolo 15 della costituzione, che vieta le discriminazioni basate su religione, etnia, casta, genere o qualsiasi altra condizione. È a questo articolo che si riferisce Anand Sharma, un avvocato che esercita presso l’Alta corte di Delhi: “La discriminazione basata sull’orientamento sessuale è costituzionalmente vietata ai sensi dell’articolo 15, ma ai firmatari è stato rifiutato il diritto di sposare la persona che vogliono solo in base al loro orientamento sessuale“.

Di tutt’altro parere è un avvocato dell’Alta corte di Patna, la cui idea si muove sul piano etico e morale e sulle ripercussioni caotiche che potrebbero generarsi all’interno della società indiana: “Abbiamo altre leggi costruite sulla base del fatto che solo un uomo e una donna biologici possano sposarsi. Le leggi sull’adozione, le leggi sull’eredità e molte altre diventeranno prive di significato se permettiamo alle coppie dello stesso sesso di sposarsi. Come paese non possiamo permettere che ciò accada“.

L’udienza ufficiale è prevista per il prossimo aprile. Non possiamo che sperare in un risvolto positivo, che sia l’inizio di un dibattito legislativo e sociale verso un nuovo passo avanti sui diritti civili.

Ginevra Campaini
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: elaborazioni da Pxfuel (CC0) / da onlypaithani (CC0) / da Tr Abinash Mahapatra (CC0)

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