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C’era una volta, in un paese lontano lontano, un giovane e bellissimo principe che non voleva proprio saperne di sposarsi. La sua nobile madre aveva tentato veramente di tutto per convincerlo a prendere moglie, ma nessuna fanciulla era riuscita a fare breccia nel cuore del ragazzo. Un bel giorno, quando ormai anche le ultime speranze sembravano svanite nel nulla, ecco giungere al castello uno splendido giovane che farà subito breccia nel cuore del principe solitario. E, con grande gioia di tutta la corte, riuscirà finalmente a convolare a giuste nozze. È questa la trama di “Koning & Koning” (Re e re), un piccolo volume per l’infanzia scritto e illustrato dalle olandesi Stern Nijland e Linda De Haan.

Pagine pericolose?

Pubblicato per la prima volta nel lontano 2000 e uscito quest’anno anche in Italia con il titolo “Il principe cerca moglie” (Logos, 32 pp., 16€), il volume è tornato a far parlare di sé proprio in queste ultime settimane a Taiwan: a riportarlo in auge sono state le manifestazioni di protesta che il 9 settembre hanno infiammato la piazza antistante la sede del ministero dell’istruzione a Taipei, la popolosa capitale dell’isola. Due gli schieramenti che, almeno metaforicamente, si sono dati battaglia nel tentativo di far valere le proprie ragioni: uno favorevole e l’altro contrario alla diffusione del libro nelle aule scolastiche.

A detta dei suoi detrattori, “Il principe cerca moglie” veicolerebbe contenuti non consoni all’età dell@ bambin@, che, leggendolo, metterebbero a serio rischio la propria salute fisica e mentale. Ne è assolutamente convinto Tseng Hsien-ying, il presidente di Coalition for the Happiness of Our Next Generation (Coalizione per la felicità della nostra nuova generazione), un’organizzazione conservatrice che già in passato si era battuta strenuamente contro l’approvazione del matrimonio egualitario. “Taiwan sta indottrinando i più piccoli con questa ideologia della diversità sessuale e i genitori ne hanno avuto abbastanza!” ha tuonato Tseng, che nel corso della sua arringa ha anche accusato il libro di fare il lavaggio del cervello al pubblico infantile.

Accettare la diversità

Di tutt’altro avviso sono invece i manifestanti scesi in strada per difendere la proposta di lettura del ministero. Tra di loro c’è Chi, insegnante di una scuola elementare di Nuova Taipei che ben conosce le difficoltà di tant@ piccol@ studenti che, nonostante la giovanissima età, hanno già piena coscienza di essere omosessuali. “Ritirare il libro equivale a negare l’esistenza di quest@ bambin@” ha affermato con forza Chi, che si dice profondamente convinta della necessità di educare all’accettazione e all’accoglienza delle differenze.

Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche Lin Wei-yun, che del volume incriminato è anche la traduttrice: a suo avviso “Il principe cerca moglie” è una proposta di lettura molto gradevole e soprattutto utile per avviare un dialogo che prenda in considerazione le difficoltà che affronta quotidianamente la comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex, asessuali) taiwanese.

Le parole del ministro

Invitato a rilasciare una dichiarazione in proposito, il ministro dell’istruzione Pan Wen-chung  ha espresso un parere molto favorevole nei confronti di “Il principe cerca moglie”, sottolineando come il libro possa tornare utile nel processo educativo dell@ bambin@. Ma qualche giorno prima, un portavoce del ministero aveva peraltro fatto sapere che, per evitare future incomprensioni, la lista dei volumi da distribuire nelle aule scolastiche sarebbe stata fatta esaminare anche da un rappresentante del comitato genitori. Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma. Di certo non il lieto fine che io per primo avrei tanto sognato.

Nicole Zaramella
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: copertina di “Il principe cerca moglie”

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