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La legge ugandese sulle violenze sessuali era sicuramente datata e non prendeva in considerazione nuove forme di abuso, come l’uso di droghe per stuprare una persona o la pubblicazione online e senza consenso di video o immagini di una persona mentre fa sesso. Da questo punto di vista, una nuova legge era sicuramente necessaria, ma purtroppo le nuove norme, approvate dal parlamento e che ora aspettano la firma del presidente Yoweri Museveni, peggioreranno semplicemente la situazione, non tuteleranno le vittime di stupro e creeranno nuove forme di violenza e di discriminazione. Per esempio, prevedere la pena di morte per lo stupratore HIV-positivo servirà solamente ad aumentare la serofobia nel paese.

Consenso per sempre

Il dibattito si è concentrato soprattutto sulla proposta di riconoscere il diritto per una persona di ritirare il proprio consenso a un rapporto sessuale. Molte parlamentari hanno sostenuto questa norma, facendo anche esempi molto chiari: una donna può aver dato il proprio consenso, ma poi rendersi conto che l’uomo non ha indossato il preservativo o voler smettere se lui inizia a fare cose “strane”. Più semplicemente, si può dire di sì a un incontro, ma poi cambiare idea per qualsiasi ragione prima di iniziare o anche durante il rapporto: rifiutarsi di fermarsi quando l’altra persona lo chiede è un caso evidente di stupro.

Il parlamento ugandese, però, ha rigettato la proposta e così ha deciso che questa forma di stupro sarà accettabile e legale nel paese centro-africano, giustificando la decisione con il fatto che definire come ritirare il consenso sarebbe stato “complicato“. In prima linea contro la proposta c’è stata Rebecca Kadaga, la presidente del parlamento nota in tutto il mondo soprattutto per essere una delle principali promotrici della legge “Kill the gays”: la proposta di riforma, che inizialmente prevedeva la pena di morte per gli omosessuali, vuole inasprire le condanne contro i rapporti tra persone dello stesso sesso e ormai è discussa da una decina di anni (era stata approvata nel 2014, ma poi abrogata per vizi formali dalla Corte costituzionale).

Omofobia a gogo

A proposito di omosessualità, la nuova legge ha deciso di criminalizzarla. Non che i rapporti tra persone dello stesso sesso siano legali: la sezione 145 del codice penale prevede già l’ergastolo per i “reati innaturali, specificando che questa espressione indica la zoofilia e i rapporti sessuali “contro l’ordine della natura“. Ora il parlamento ha deciso di specificare che sarà condannatə al carcere a vita chiunque pratichi “la penetrazione di un’altra persona con un organo sessuale o un oggetto” o “un atto sessuale tra persone dello stesso genere“. Dal punto di vista pratico non cambia nulla, ma resta un pesante segnale di quanto per il potere ugandese sia importante l’odio nei confronti delle persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali).

Pier Cesare Notaro
©2021 Il Grande Colibrì
immagine: elaborazione da Pexels (CC0)

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