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Malgrado una tradizione piuttosto tollerante, tutte le ultime notizie provenienti dall’Indonesia [Il Grande Colibrì] mostrano una pesante svolta autoritaria, in particolare dopo maggio di quest’anno, quando sono state arrestate prima 14 persone, accusate di aver partecipato a un festino gay in un hotel, e poi altre 141, finite in una retata della polizia in una sauna la scorsa primavera [Il Grande Colibrì].

Ora ci risiamo, ancora con numeri molto preoccupanti, a testimoniare la china presa dalle autorità nel voler reprimere i comportamenti non conformi alle regole della “normalità”. Oggi è stata infatti compiuta una retata in una sauna-palestra gay di Jakarta e ben 58 persone, tra cui i sette dipendenti dell’esercizio e almeno sei stranieri, sono state arrestate dopo una soffiata in cui si denunciava come all’interno delle mura amiche della sauna sarebbe stata praticata la prostituzione [Yahoo! News].

Gay, nuovo arresto di massa: 141 in manette in Indonesia

Legale, ma perseguitata

Il capo della polizia della città, Argo Yuwono, ha dichiarato che per sei degli arrestati potrebbe profilarsi un’accusa legata alla legge che punisce duramente la pornografia, tanto che rischierebbero fino a sei anni di carcere, ma non ha chiarito di che cosa siano accusati gli altri 52 arrestati. Andreas Harsono, esponente di spicco di Human Rights Watch, ha condannato gli arresti chiedendo alla polizia la liberazione di tutti coloro che sono stati fermati e la caduta di tutte le accuse. “Questo fatto è parte della crescente campagna anti-gay che è stata lanciata in Indonesia nello scorso gennaio” ha spiegato Harsono, aggiungendo che questo atteggiamento discriminatorio è legato alla crescita dell’Islam conservatore.

Va ricordato che l’omosessualità e i rapporti tra persone dello stesso sesso sono legali ovunque in Indonesia (il paese con la comunità musulmana più numerosa del mondo, che costituisce la maggioranza della popolazione), eccetto che nella regione conservatrice di Aceh. Tuttavia nel corso del tempo la polizia ha trovato il modo di usare altre leggi, tra cui quella contro la pornografia e quella contro lo spaccio di droga. Il giro di vite della polizia va di pari passo con le recenti dichiarazioni di diversi ministri, dirigenti e influenti gruppi islamici che sono tutti allineati nel rilasciare dichiarazioni pubbliche contro la comunità LGBT.

 

Michele
©2017 Il Grande Colibrì

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