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14 presunti omosessuali arrestati in Indonesia [Il Grande Colibrì], 30 in Iran [Il Grande Colibrì], 27 in Bangladesh [Il Grande Colibrì], ora addirittura 141 di nuovo in Indonesia: se aprile, con le notizie delle decine di uomini rapiti e torturati dalla polizia cecena [Il Grande Colibrì] e dei 53 finiti in carcere in Nigeria [Il Grande Colibrì], sembrava insuperabile, la serie impressionante di arresti di massa di gay di maggio lascia senza parole (e, a dire il vero, di parole ce ne sono state davvero poche, considerata la sostanziale indifferenza suscitata dalle ultime angoscianti notizie).

L’ultimo raid indonesiano è stato, appunto, il più imponente: la polizia della capitale Giacarta ha fatto irruzione in una sauna in cui si stava svolgendo la serata “The Wild One” (La selvaggia) e ha scoperto che si trattava di un sex party gay. Tutti gli uomini presenti nel locale sono stati arrestati: si tratta, tra clienti e personale, di 141 persone, tutte di nazionalità indonesiana a parte un britannico e un singaporiano [Tempo]. Gli agenti hanno sequestrato preservativi e sex toys e hanno diffuso fotografie dei presunti omosessuali, nudi o a torso nudo, che sono state pubblicate senza oscurare i volti anche da alcuni media locali.

Il portavoce della polizia Raden Argo Yuwono ha spiegato alla BBC: “C’erano gay che sono stati sorpresi a fare spogliarelli e a masturbarsi”. Tutti gli arrestati sono accusati di aver violato la famigerata Legge contro la pornografia e la pornoazione (“pornoaksi”, un neologismo inventato appositamente per la norma). In Indonesia infatti i rapporti omosessuali sono legali, ma questa legge estremamente vaga e severa, introdotta nel 2008 per le pressioni dei gruppi islamici fondamentalisti, viene usata per giustificare la persecuzione di gay e bisessuali: scambiarsi foto a luci rosse o fare o assistere a uno spogliarello sono considerati “crimini” sufficienti per essere accusati di “pornoazione”.

Un peggioramento rapido e  continuo

La stessa accusa era già stata utilizzata a inizio mese per l’arresto dei 14 presunti omosessuali forse in procinto di iniziare un festino a Surabaya. Anche in quel caso, comunque, gli eventuali scambi erotici si sarebbero svolti in un luogo privato, non visibile o accessibile a nessuno.

Festino gay in albergo: arresto di massa in Indonesia

L’unica zona del paese dove l’omosessualità è condannata esplicitamente in quanto tale, senza ricorrere a ipocrite accuse di pornografia, è la provincia autonoma di Aceh, dove però finora la norma non era stata applicata. Finora, perché, come purtroppo previsto, due ragazzi sorpresi a fare sesso dai vicini [Il Grande Colibrì] sono stati condannati a ricevere 85 frustate in pubblica piazza al termine di un processo dove non sono stati assistiti da avvocati e in cui la pubblica accusa aveva proposto una pena di 80 frustate. La sentenza dovrebbe essere eseguita domani [Tribun Medan].

La situazione dei diritti delle persone LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali e asessuali) conosce un continuo e rapido deterioramento da circa un anno e mezzo, tenendo anche conto che, oltre alle persecuzioni poliziesche e giudiziarie, sono in azione anche gruppi di giustizieri fondamentalisti come il Front Pembela Islam (Fronte dei difensori dell’islam), che perseguitano omosessuali e transgender nell’indifferenza e a volte persino con il sostegno delle forze dell’ordine.

 

Pier
©2017 Il Grande Colibrì

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