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L’anno scorso ho partecipato a un interessante incontro internazionale in Germania meridionale sul paradigma sud-sud delle relazioni internazionali globali. Tra i delegati c’erano ricercatori che lavoravano a vari progetti interdisciplinari in tutto l’emisfero meridionale. Uno studioso del Messico ha sottolineato come i diritti di genere e le questioni relative alle identità sessuali si intersechino. L’attenzione era incentrata sui sex worker e sui loro diritti all’identità personale e a un trattamento umano. Il corpo in quanto luogo della discussione culturale e sociale è un argomento che continua ad attrarre studiosi e attivisti per i diritti in tutto il mondo.

Sempre lo scorso anno, a marzo, si è conclusa presso l’Alta corte del Kenya una vicenda giudiziaria che aveva attirato l’attenzione internazionale sui diritti e sull’emarginazione della comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersex e asessuali). Il processo si era aperto su richiesta dell’attivista Eric Gitari nel 2016, partendo dall’idea che tra i diritti umani fondamentali ci sono anche i diritti sessuali e le identità sessuali delle persone discriminate a causa del loro orientamento sessuale.

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La domanda di Gitari chiedeva che l’Alta Corte depenalizzasse le sezioni del codice penale che criminalizzano le relazioni tra persone dello stesso sesso, considerandole incostituzionali. La conclusione del processo è stata che le norme sul sesso della costituzione keniana che hanno radici nella cultura africana e nelle leggi coloniali dovevano essere confermate. Il dibattito sul tema ora continua senza sosta, con opinioni pubbliche e personali espresse su diverse piattaforme, dai blog agli articoli di giornale, dai social media alle opere letterarie.

uomo kenya africa magliettaLa dimensione letteraria

Ed è interessante fare il punto proprio sulla dimensione letteraria di questo discorso. Qual è lo stato della letteratura queer in Africa oggi? Di quale considerazione gode? Nel 2016 il professore keniano Kariuki Banda ha condotto un’innovativa ricerca sull’argomento. Ha cercato di studiare la visione del mondo dei personaggi e i paradigmi etici che guidano la visione sociale degli scrittori africani queer, come il somalo Osman Diriye o Mark Behr, nato in Tanzania e cresciuto in Sudafrica.

Il suo lavoro ha preannunciato l’interesse accademico dei ricercatori di discipline umanistiche di tutta la regione, mentre anche gli studiosi che lavorano nelle università più conservatrici hanno accesso i proiettori sugli studi queer in varie discipline. Il professor Banda ora sta supervisionando uno studio sulle identità lesbiche in contesti di mascolinità egemonica rappresentate in alcune opere narrative africane.

L’aumento dell’attenzione accademica su come la letteratura africana affronta questi temi spesso passati sotto silenzio può essere fatta risalire all’inizio del secolo, con l’emergere in Sudafrica di scrittori apertamente queer e di opere queer all’interno di una tendenza che viene comunemente indicata come “letteratura sudafricana post-apartheid“. Questi lavori mettono in discussione l’idea normativa generalmente accettata delle sessualità africane e dei corpi sessualmente classificati, resa popolare dalla prima e dalla seconda generazione di scrittori neri degli anni ’50 e ’90.

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Un nuovo genere letterario

“The Quiet Violence of Dreams” (La calma violenza dei sogni; Kwela Books 2001) di K. Sello Duiker e “You Have to Be Gay to Know God” (Devi essere gay per conoscere Dio; Kwela 2018) di Siya Khumalo sono due esempi di prosa straordinariamente esplosiva pubblicati in Sudafrica negli ultimi tempi. Tra le altre opere letterarie, si può citare anche “Black Bull, Ancestors and Me: My Life as a Lesbian Sangoma” (Il toro nero, gli avi e io: la mia vita di guaritrice lesbica; Jacana Media 2009) di Nkunzi Zandile Nkabinde. Queste tre opere offrono esempi significativi di questo genere letterario africano in crescita dall’inizio del secolo.

E continuano a uscire nuovi testi letterari in Nigeria, in Zimbabwe e in Somalia, mentre il Kenya racconta l’amore tra persone dello stesso sesso con opere cinematografiche come “Rafiki” di Wanuri Kahiu.

Altre opere non nascono da singoli scrittori, ma dalla collaborazione di diversi autori che riuniscono i propri talenti per iscrivere nel canone letterario africano la narrativa queer sul corpo. Un esempio di questo tipo è “Queer Africa: New and Collected Fiction” (Africa queer: narrativa nuova e raccolta; Modjaji Books 2013), un’antologia di 18 brevi testi di prosa provenienti da tutto il continente e pubblicato da Gay and Lesbian Memory in Action, un centro culturale ed educativo sudafricano LGBTQIA.

trio donne africane abbracciateUn pubblico conservatore

La tradizione dell’amore tra persone dello stesso sesso e la sua eredità narrativa è stata osservata più a lungo in Occidente e in Oriente che in Africa. Imbevuto di discorsi eterosessuali, di aspettative normative sul genere e di un’eredità culturale conservatrice, il pubblico letterario di tutto il continente si avvicina a questo tema con misurata curiosità e trepidazione. Ci vorrà una generazione più audace post-strutturalista e post-colonialista per addentrarsi al di là degli orizzonti fissati dai discorsi tradizionali sul genere nella letteratura africana, come hanno dimostrato le ricerche di Kariuki Banda e della sua scuola di pensiero.

La letteratura è un’arte tanto espressiva quanto mimetica. È sintomatica delle mutevoli prospettive e dei rapporti culturali transnazionali su cui si fonda l’inserimento in corso del continente nell’era della globalizzazione. Con il dialogo sempre più intenso tra le nostre culture locali e l’etica globale o straniera, dovremo ricalibrare i nostri paradigmi critici per riuscire a comprendere e a interpretare i codici della nostra letteratura queer, delle nostre teorie queer e delle nostre culture queer.

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Limiti da superare

Quali problemi affronta la comunità LGBTQIA? Quali sono le sue battaglie di fronte alla società e alle sue aspettative? Quali sono gli orizzonti delle aspettative che delimitano la nostra capacità di comprendere, tenuto conto che le culture e identità eteronormative sono radicate nella cultura africana? Prendiamoci tempo per riflettere su alcune di queste problematiche, in modo che la nostra società e i suoi attori possano aprire discussioni sugli argomenti che l’Alta Corte e gli attivisti LGBTQIA keniani, ma anche studiosi come Banda, continuano ad affrontare in questo mondo del XXI secolo in rapida evoluzione.

Leggere opere di scrittori queer o su tematiche queer ci porta a uscire dalla nostra comfort zone quando pensiamo a corpi e sessualità normate, e questo potrebbe permetterci di iniziare ad ampliare le nostre capacità di comprensione. La letteratura fornisce spesso un luogo di cultura autentico in cui possiamo osservare e analizzare la verità e la realtà con maggiore precisione. Scrivere significa condividere, significa leggere, significa amare, significa mettere in discussione le realtà intorno a noi per capire meglio il presente.

Justus Kizito Siboe Makokha per The Star
docente di letteratura e teatro alla Kenyatta University di Nairobi
traduzione di Pier Cesare Notaro
©2020 The Star – Il Grande Colibrì
immagini: elaborazioni da nappy (CC0) / da Mwabonje (CC0) / da Dazzle Jam (CC0)

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