Skip to main content

La TV russa Pyatiy Kanal (Canale 5) ha infiltrato alcuni giornalisti in una lezione sulla storia del movimento LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) che si stava tenendo all’Università di Tallinn, in Estonia: un giovane, un cameraman e un traduttore si sono presentati come tre attivisti e hanno chiesto di filmare l’incontro.

Un mucchio di bugie

Il servizio che ne è uscito verte sul fatto che, secondo il network russo, l’Estonia avrebbe scelto la strada sbagliata all’interno dell’Unione Europea, che adesso Tallinn sarebbe finita per essere la “capitale del sesso gay” in Scandinavia e che agli studenti verrebbe insegnato come praticare il sesso omosessuale. “L’Estonia – così è stato introdotto il servizio in TV – viene occupata gradualmente e in modo sistematico. I soldati della NATO sono arrivati da un po’, ma la cosa più allarmante è l’occupazione sociale e morale del paese”.

Il network ha giocato molto sulla definizione del corso che aveva parti sia di teoria che di pratica. L’interpretazione di Pyatiy Kanal è stata che nelle aule dell’Università di Tallinn si insegnerebbe la pratica del sesso. Inoltre, come la propaganda russa è solita fare, qualsiasi cosa che riguardi la comunità LGBTQIA è accostata alla pedofilia: in questo caso, il servizio sosteneva che la pornografia infantile veniva fatta passare come “una cosa normale”. Va da sé che la televisione russa ha inventato tutto di sana pianta, soprattutto la parte che riguarda la pedopornografia.

“No alla propaganda”

Lo storico Uku Lember, responsabile del progetto, bolla il tutto come “fiction”: “Alludono alla pornografia, parlano di ‘pratica’ facendo intendere che certe cose non dovrebbero accadere in un’università, ma non c’è niente di tutto questo”. Gli aspetti “pratici” del progetto, infatti, comprendono attività come le interviste, ad esempio. E la famosa pedopornografia non è neanche stata toccata come elemento di discussione. Lember ha rifiutato un’intervista con questi pseudo-giornalisti, per quanto si fossero presentati a lui in modo molto gentile.

Secondo Siim Kumpas, consigliere per la comunicazione del governo, questa è stata una scelta saggia: “Hanno capito con chi avevano a che fare e non si sono resi partecipi nel servizio di propaganda fatto utilizzando mezzi discutibili per ottenere la loro storia. Reagire a questo tipo di narrazione nella migliore delle ipotesi sarebbe come combattere contro i mulini a vento, nella peggiore avrebbe come risultato quello di buttare benzina sul fuoco”. Kupas ha concluso dicendo che più o meno tutti i network sotto il controllo, diretto o indiretto, del Cremlino fanno questo tipo di servizi di propaganda contro le nazioni occidentali e non fanno segreto delle loro azioni.

Alessandro Garzi
©2019 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

Leggi anche:
Bufala in Ghana: “L’ONU insegnerà l’omosessualità a scuola”
Sergey Nabokov, l’Omocausto e l’omofobia della Russia di oggi

Leave a Reply