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Questo 2016 sarà sicuramente ricordato per i numerosi arresti ai danni della comunità LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer e intersessuali) marocchina, una vera e propria caccia alle streghe. Marrakech è ancora una volta teatro di un arresto a danno di due uomini gay. Un ennesimo arresto, dopo quello delle due ragazze minorenni, di 16 e 17 anni, arrestate alla fine di ottobre [Il Grande Colibrì]. Il loro processo era stato rimandato dal 4 novembre al 25, ma si è concluso con un nulla di fatto, per poi essere spostato al 9 dicembre.

Un marocchino e uno spagnolo sono stati interrogati dalla polizia giovedì 24 novembre in un hotel di Marrakech, come riporta Al-Yaoum 24. 
I due sarebbero stati sorpresi dalla cameriera di un hotel, nel quale avevano una regolare prenotazione, a fare sesso nello stesso letto. Dopo che la cameriera ha avvertito il manager dell’hotel, i due uomini sono stati portati nella stazione della polizia e messi in custodia.

Dalle pagine dell’Huffington Post, Omar Airbib, membro dell’Association marocaine des droits humains (Associazione marocchina per i diritti umani; AMDH), chiede a gran voce la fine di questi arresti. “Gli arresti di questo tipo devono cessare. Non è normale: si tratta di due persone maggiorenni che hanno assolutamente diritto alla loro indipendenza. Secondo le leggi marocchine rischiano fino a tre anni di carcere”.

Secondo il collettivo Aswat (Voci), un’organizzazione marocchina che lotta per i diritti LGBTQI in Marocco, il turista spagnolo, 70 anni, è stato rilasciato mentre il ragazzo marocchino, 20 anni, rimane in custodia nelle mani delle autorità locali.

 L’articolo 489 del codice penale marocchino prevede pene detentive e multe per chi è colpevole di “atti indecenti contro natura con un individuo dello stesso sesso”. L’omosessualità è punibile attraverso la carcerazione con pene che vanno da 6 mesi a 3 anni di reclusione e una multa da 120 a 1.200 dirham (da 11 a 110 euro circa).

Questi arresti hanno in sé una doppia crudeltà, perché, oltre a colpire la persona stessa, si colpisce la privacy.

Un caso analogo, anche se non è partito da un arresto ma da una pubblica umiliazione, è successo nei primi mesi di quest’anno, a Beni Mellal. Due ragazzi si trovavano a casa loro a letto, a fare sesso, quando un gruppo di persone ha fatto irruzione nella loro abitazione e ha cominciato a pestare e insultare i due, colpendo uno di loro con un’arma da taglio per poi umiliarli facendoli marciare nudi e insanguinati per strada. Contemporaneamente qualcuno riprendeva il tutto con un telefono, e nei giorni successivi il video divenne virale, provocando varie proteste da parti di chi sosteneva ed elogiava la spedizione punitiva e chi, invece, stava dalla parte dei ragazzi torturati e umiliati [Il Grande Colibrì].

Il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha invitato il Marocco a depenalizzare l’omosessualità, ma dubito che ciò possa avvenire al più presto senza scatenare le ire di una maggioranza del paese [Alto commissariato ONU per i diritti umani].

 

Anes
@2016 Il Grande Colibrì

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