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Hajar e Sanae, 16 e 17 anni, che sono state arrestate nel mese di ottobre con l’accusa di essere lesbiche, sono state ritenute innocenti e liberate. 

Le due ragazze furono arrestate il 27 ottobre, quando un parente delle due le filmò mentre si stavano baciando e vennero denunciate subito alle autorità dalla zia di una delle due minori [Il Grande Colibrì]. Dopo una settimana di detenzione, alle ragazze fu concessa la libertà provvisoria, in attesa della sentenza del tribunale. Il giudice ha annunciato che le due minori sono innocenti e libere di andare.

Dopo il loro arresto, le due giovani avevano ricevuto il sostegno internazionale da parte di molte testate giornalistiche e da parte di due associazioni marocchine, il collettivo Aswat e Akalyat, che lanciarono il loro appello per salvare le ragazze grazie dalla piattaforma All Out, raccogliendo più di 103 mila firme a favore delle due giovani.

La petizione, tradotta in italiano dal Grande Colibrì, oltre a chiedere la liberazione delle due minori, chiedeva soprattutto la depenalizzazione dell’omosessualità. Infatti, l’articolo 489 del codice penale marocchino prevede pene detentive e multe per chi è colpevole di “atti indecenti contro natura con un individuo dello stesso sesso”. L’omosessualità è punibile con la carcerazione con pene che vanno da 6 mesi a 3 anni di reclusione e una multa da 120 a 1.200 dirham (da 11 a 110 euro circa).

Secondo Arbib, membro dell’Association Marocaine des Droits Humains (Associazione marocchina per i diritti umani; AMDH), le due ragazze hanno negato di essere omosessuali e le loro famiglie hanno detto che non avevano mai notato un “segno della loro possibile omosessualità” [Middle East Eye].

Questo è stato anche il primo caso di omosessualità femminile finito nelle mani della magistratura marocchina. 
Mathias Wasik Told, membro di All Out, ha commentato la bella notizie: “Questa è una grande vittoria per i diritti LGBT in Marocco, un giorno prima della Giornata internazionale dei diritti umani. Grazie ai coraggiosi attivisti marocchini e a tutti i 103 mila firmatari della petizione, provenienti da tutto il mondo, le ragazze sono libere”.

Anche se le ragazze sono state liberate, l’articolo 489 che punisce le persone LGBTQI è ancora in piedi, non è mutato, non si è ridimensionato, ma è cambiata l’opinione pubblica, che volente o nolente si è trovata a discutere di diritti umani e di depenalizzazione dell’omosessualità. Solo negli ultimi tre mesi ci sono stati 8 arresti ai danni della comunità LGBTQI marocchina, senza contare le sicure e numerose violenze, che naturalmente non verranno mai denunciate per paura di ritorsioni da parte della polizia.

Anche se il processo si è svolto a porte chiuse, questo caso ha suscitato molto clamore nella società marocchina e ancora una volta la politica sembra girare la faccia dall’altra parte, evitando qualsiasi commento in materia. Ma questo sentenza non ha nulla di vittorioso, le ragazze hanno rinunciato a rivendicare la loro identità sessuale, probabilmente a causa della loro paura, della linea difensiva degli avvocati e del pensiero dei genitori. Una vittoria di Pirro, nella giornata internazionale dei diritti dell’uomo, che lascia solo amarezza. Una sentenza che sì, farà discutere il paese, ma che non farà la storia per il movimento dei diritti umani in Marocco.

“Nessun omosessuale può vivere liberamente in Marocco – sostiene Ahmed (nome di fantasia) su Middle East Eye – Ma sono riuscito comunque a vivere la mia vita a dispetto di questi problemi”.

 Nonostante queste difficoltà, Ahmed è convinto che l’articolo 489 verrà cancellato dal codice penale marocchino: “Fino al 2007 non ne potevamo parlare. Ora c’è un dibattito. È già un bene: i giornali, le associazioni e anche i partiti politici ne parlano, ma con discrezione. Tutto questo cambierà nel lungo termine”.

Eppure il Ministro della giustizia, Mustapha Ramid, dall’ala conservatrice del Parti de la Justice et du Développement (Partito per la giustizia e lo sviluppo; PJD) che ha vinto di nuovo le elezioni pochi mesi fa, ha dichiarato durante la campagna elettorale: “Questa gente [gli omosessuali; ndr] dovrebbe essere sottoposta a un intervento chirurgico per vivere il proprio sesso reale”. Ancora una volta si confonde l’omosessualità con la transessualità, in un paese che solo da marzo a luglio e nella sola città di Casablanca, ha contato ben 23 casi di omosessuali perseguiti dalla legge solo per il loro orientamento sessuale.

E allora il 2017 sarà l’anno giusto per la depenalizzazione dell’omosessualità in Marocco?

 

Anes
©2016 Il Grande Colibrì

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