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Le notizie di questa settimana:
Mediterraneo – Triton è una condanna a morte
Arabia Saudita – Come si alimentano le guerre
Egitto – Cairo, manifestazione contro il velo?
Francia – Escalation dell’islamofobia violenta
Sport – Giochi di pace: un calcio al fanatismo

Mediterraneo – Triton è una condanna a morte. Il programma Triton voleva dissuadere i migranti ad attraversare il Mediterraneo: un obiettivo irrealizzabile. L’unico effetto è un’impressione aumento dei morti.

Chiusa Mare nostrum e sostituita con l’operazione Triton, coordinata dall’agenzia europea Frontex con risorse e obiettivi più limitati, i risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti. Invece di esprimere un cordoglio un po’ ipocrita in occasione di ogni strage, l’UE dovrebbe lanciare una grande operazione di soccorso in mare al largo della Libia. Oppure garantire canali legali di accesso nello spazio Schengen a tutti questi profughi in fuga da guerre e persecuzioni che non hanno altra opzione che salire sui barconi. L’alternativa è accettare di essere complici di questa ecatombe. [internazionale.it]

Il Mediterraneo sta diventando la più grande tomba di vite e di speranze. Mentre la situazione è così diversa tra le due sponde – una è ricca e in pace, l’altra povera e consumata dalle guerre – l’esodo non si fermerà. Anzi. La cosa più urgente è affrontare il problema umanitario e riconvertire il programma Triton affinché assuma il compito di soccorrere i migranti. Con un budget di 2,9 milioni di euro al mese ha rappresentato un grave passo indietro rispetto al programma Mare Nostrum per il quale l’Italia spendeva 9 milioni. [elpais.com]

Il messaggio dei trafficanti è che gli affari continuano come prima. Il messaggio dei migranti è che i pericoli da cui fuggono sono ben più spaventosi del rischio di annegare. “Anche se i governi decidessero di affondare le barche dei migranti, ci sarebbero comunque delle persone che si imbarcano perché si considerano già morte – mi ha detto Abu Jana, che partirà per l’Europa la prossima settimana – Se decidessero di prendere a cannonate le imbarcazioni dei migranti, continueremo a partire“. [theguardian.com; trad. Internazionale]

Arabia Saudita – Come si alimentano le guerre. Per Ali Al-Bakhiti le strategie belliche saudite in Yemen rafforzano Al-Qaeda. Per Shafiq Al-Ghabra il caos mediorientale è colpa di dispotismo e contro-rivoluzione.

La situazione nel sud dello Yemen mi ricorda la Siria, dove, quando l’opposizione libera una zona, questa cade subito nelle mani dei gruppi jihadisti. Lo stesso sta succedendo in Yemen: Al-Qaeda e altri jihadisti si attivano con la scusa della lotta politica per l’indipendenza del sud del paese, ma non tarderanno a rivoltarsi contro gli stessi sudisti. Io cercherei di trovare una soluzione politica [tra huthi e sudisti] che impedisca ai jihadisti di prendere il controllo del territorio. Bisogna soprattutto evitare che si ripeta lo scenario siriano, con la nascita di miriadi di feudi jihadisti. [albkyty.blogspot.com]

Non abbiamo dato spazio alla gioventù che è scesa per le strade. Come ridarle una prospettiva per evitare che aderisca ad Al-Qaeda o all’ISIS, oppure alle milizie huthi [in Yemen]? Spero che gli stati arabi che non sono ancora crollati, in particolare l’Arabia Saudita, riflettano sul modo di creare integrazione e di riconciliarsi con la primavera araba, con i principi di libertà e di diritti umani, per diventare stati moderni. I nostri stati, basati sulla mera forza e che emarginano sistematicamente i loro avversari, continuano a creare le condizioni per guerre civili come quelle che viviamo oggi.

Egitto – Cairo, manifestazione contro il velo? Alcune ragazze rinuncino pubblicamente al velo: l’idea lanciata dal noto giornalista Chérif Choubachy fa discutere l’Egitto (e arrabbiare i salafiti).

Questa è la mia proposta: un gruppo di giovani donne potrebbe togliersi il velo nel corso di una manifestazione in piazza Tahrir [piazza simbolo del Cairo] in un giorno ancora da stabilire, durante la prima settimana del mese di maggio. Contemporaneamente, alcuni uomini si potrebbero posizionare tutto intorno a loro per proteggerle. Io sarò il primo di questi uomini. Il velo in Egitto era sparito durante più di cinquant’anni, per poi riapparire negli anni Settanta, dopo la sconfitta contro Israele nel 1967.

Francia – Escalation dell’islamofobia violenta. La denuncia dell’Osservatorio nazionale francese contro l’islamofobia: gli atti contro i musulmani sono sei volte più frequenti rispetto allo scorso anno.

Secondo il delegato della Grande moschea di Parigi, gli attacchi di gennaio contro il settimanale Charlie Hebdo e il supermercato Hyper Chacher non possono “in alcun modo giustificare questo picco di odio o di vendetta contro i musulmani francesi, che non sono responsabili né colpevoli di atti di terrore” commessi da “islamisti criminali“. “Questi atti anti-musulmani sono arrivati ad aggressioni violente nei confronti di uomini e di donne in gravidanza” spiega il responsabile. “Ed è la prima volta che si sono registrati lanci di granate o colpi di armi da fuoco“. [tf1.fr]

Sport – Giochi di pace: un calcio al fanatismo. I Giochi Salaam, con calciatori, attori e musicisti: una proposta ambiziosa per sconfiggere la diffidenza e l’odio per etnie, nazionalità e religioni diverse.

Si può solo immaginare ciò che i bambini di vaste aree del mondo musulmano vedono ogni giorno sui loro televisori. Ma cosa succederebbe se potessimo combattere contro le forze di fanatismo, odio e intolleranza in un modo potente, fissando nei bambini musulmani di tutto il mondo un’immagine indelebile? Immaginate un torneo di calcio di beneficienza in cui giocatori da tutto il mondo musulmano dividano il campo a fianco dei loro fratelli che sono superstar nelle squadre europee. Ciak, si gira: i Giochi Salaam. L’impatto sarebbe illimitato su molti livelli. [huffingtonpost.com]

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