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Che Benjamin Netanyahu e la sua coalizione di estrema destra non amino le minoranze sessuali e apprezzino i leader autoritari di mezzo mondo non è certo una novità. E quindi non sorprende scoprire che il primo israeliano ha deciso di fare un bel regalo agli omofobi del proprio paese e al regime russo di Vladimir Putin: tra tanti accordi economici, i due governi hanno stabilito che i bambini russi potranno essere adottati in Israele solo da coppie eterosessuali. Questa esplicita esclusione rappresenta l’ennesima discriminazione per le coppie omosessuali, alle quali – nei rarissimi casi in cui possono esercitare il diritto di adottare – vengono affidati solo bambini con bisogni speciali o che hanno più di 2 anni e che non sono stati scelti dalle coppie eterosessuali.

La decisione è ovviamente diventata subito la scintilla per un nuovo scontro tra le forze politiche che si affronteranno alle elezioni del 2 marzo. Nitzan Horowitz, deputato del partito socialista Meretz (Energia) da sempre molto vicino alle minoranze sessuali, ha usato parole di fuoco, definendo l’accordo israelo-russo come “uno sputo in faccia alla comunità LGBT: Netanyahu si adegua alle politiche omofobe di Putin e calpesta ancora una volta i diritti fondamentali di centinaia di migliaia di cittadini israeliani che fanno parte della comunità omosessuale“. Per il parlamentare gay Eitan Ginzburg, dell’alleanza centrista Kahol Lavan (Blu e bianco), “in questo modo si portano avanti le politiche discriminatorie israeliane“.

Sì alle pubblicità omofobe

Se la decisione del governo non sorprende (alla figura del Netanyahu paladino dei diritti delle minoranze sessuali non credono neppure i suoi fan, in realtà), la vera doccia fredda arriva dal procuratore generale Avichai Mandelblit, che ha dato torto alla municipalità di Gerusalemme per aver vietato alcune pubblicità omofobe durante il Pride dell’anno scorso. A giugno l’ente locale aveva rimosso i poster dell’associazione della destra religiosa Hazon (Visione) con lo slogan “Padre e madre = famiglia. Il coraggio di essere normali”.

Secondo Mandelblit, questo tipo di divieto lede la libertà di espressione: “Il potere del comune di limitare la pubblicità per reati pubblici dovrebbe essere riservata a casi estremamente eccezionali, riguardanti danni molto gravi che superino il limite di ciò può essere tollerato in una società democratica“. Negare l’esistenza e la “normalità” delle famiglie formate da coppie dello stesso sesso per il procuratore generale può essere tollerato: quelle pubblicità in concomitanza con il Pride “non sono state una giustificazione sufficiente” per il divieto.

Pier Cesare Notaro
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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4 Comments

  • Claudio ha detto:

    Proprio sicuro che questa posizione israeliana corrisponda a verità? Mi sembra molto strano, francamente. Potere controllare, per favore?

  • Gianni ha detto:

    In vita mia ne ho lette di cazzate su Israele, ma raramente di così pacchiane e tanto concentrate. Non vale neanche le pena rispondere! Se non per porre qualche interrogativo: perché, in Italia è consentita l’adozione? Ed è consentita l’adozione dei bambini russi?? Che questi possano essere adottati solo da coppie eterosessuali non dipende dal “Paese ricevente” ma da una precisa legge della Duma russa: si può rifiutarne la logica, ma essendo pronti a bloccare qualunque adozione di bambini russi. Perché Israele dovrebbe mettersi di mezzo, e non richiedere la stessa cosa a Italia, Francia, Spagna, Germania…??

    • Il Grande Colibrì ha detto:

      Italia, Francia, Spagna, Germania possono dare in adozione bambini russi a coppie omosessuali? No: la legge russa lo impedisce. E per questo fare accordi ulteriori per ribadire quanto avviene già non serve a nulla, se non a fare proclami politici. Un po’ come la Nigeria che vieta i matrimoni gay quando già l’omosessualità è reato.

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