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“A.A.A. uomo cerca lesbica scopo matrimonio”: un annuncio del genere agli occhi di molti potrebbe suonare come un’assurdità o come il frutto di fantasie nate dai film porno in cui le donne si dedicano al sesso saffico solo in attesa di trovare un pene da adorare. Eppure inserzioni del genere sono molto più comuni di quello che potrebbe sembrare e sono quasi sempre scritte da ragazzi gay. Vi sembra tutto ancora più insensato? Va bene, allora facciamo un passo indietro.

Molte persone omosessuali hanno forti problemi a dichiarare il proprio orientamento alla propria famiglia, che continua a esercitare enormi pressioni affinché figli e nipoti convolino a giuste nozze e inizino a sfornare qualche bel bambino. La soluzione per evitare problemi e rendere tutti felici spesso sembra quella di organizzare un matrimonio di convenienza: una lesbica e un gay si sposano, vivono come una normale coppia di etero innamorati agli occhi delle famiglie e nel frattempo hanno una relazione parallela con qualcuno del proprio stesso sesso o comunque si dedicano a incontri di sesso anonimo con l’accordo del coniuge.

Le Monde dedica un articolo ai matrimoni di convenienza ricercati da ragazze e ragazzi di origini magrebine che vivono in Francia, come Alex (nome fittizio), un musulmano gay di 33 anni con una famiglia algerina che vorrebbe trovare una giovane araba lesbica per “organizzare una vita di coppia con una compagna di vita a lungo termine, ma permettendo a entrambi di vivere impegni sentimentali extramatrimoniali”. Storie simili alla sua, in realtà, si ritrovano anche negli altri paesi europei e/o mediterranei, Italia compresa.

“Il mondo che sogno”: migranti e rifugiati contro l’omofobia

Tutto nasce, secondo la sociologa Salima Amari, autrice della tesi “Equilibri instabili: costruzione di sé e relazioni familiari nelle lesbiche magrebine migranti e di discendenza magrebina in Francia”, dal rifiuto di fare coming out: la studiosa ricorda che dichiarare la propria omosessualità può significare rompere i legami con la famiglia, con conseguenze non solo affettive, ma anche sociali ed economiche, particolarmente gravi per le persone migranti la cui integrazione può essere fragile e precaria. Ci pare importante precisare, però, che molte persone non pensano alle conseguenze negative solo su di sé, ma anche per la famiglia che potrebbe apparire disonorata agli occhi della comunità etnica o religiosa.

E aggiungiamo anche che in alcuni casi, inoltre, la ricerca di un matrimonio eterosessuale non è motivata solo dalla necessità di sfuggire alle pressioni familiari e sociali, ma anche dalla volontà di avere figli o di formare una famiglia che segua un modello ritenuto corretto dal punto di vista religioso.

In ogni caso, su internet hanno grande successo alcuni siti specializzati nella ricerca di matrimoni di convenienza tra lesbiche e gay, tema al centro anche di numerosi gruppi segreti su Facebook. Chi fosse convinto che la soluzione ai propri problemi sia trovare un coniuge omosessuale e del sesso opposto, sembra non dover far altro che decidere da dove partire in un’ampia gamma di proposte pensate appositamente per questo scopo.

A.A.A. gay cinesi cercano lesbiche scopo matrimonio

Ma questi gruppi e siti funzionano sul serio? Anche se non manca chi conclude davvero un matrimonio di convenienza, in realtà per la grande maggioranza è solo un’illusione: sposarsi non è certo un gioco, neppure quando lo si fa “per finta”. Bisogna trovare una persona di cui ci si possa fidare, con cui ci si trovi bene e che accontenti allo stesso tempo le famiglie, che spesso pongono paletti rigidi (per esempio, pretendendo nuore e generi della stessa religione e provenienza geografica), e gli eventuali partner “non ufficiali”. Inoltre gli “sposi di convenienza” devono essere d’accordo su questioni non banali: la convivenza deve essere reale o solo fittizia? Quali rapporti bisogna intrattenere con fidanzate e fidanzati? Si possono frequentare locali e chat per incontri occasioni? Ci saranno figli e, se sì, come dovranno essere procreati?

Per questo il più delle volte le persone alla fine non si sposano, facendo coming out o nascondendo il proprio orientamento, ma trovando un modo per resistere alle incessanti pressioni familiari. Oppure si sposano in matrimoni eterosessuali senza accordi preventivi, magari con persone indicate dalla famiglia. E qui spesso le storie raccontate da donne e uomini sono molto diverse: i maschi hanno di solito più facilità a uscire la sera e a fare incontri, e spesso, anche se scoperti, possono pretendere il silenzio delle mogli, che altrimenti rischiano di essere coperte loro stesse di disonore… Per le donne in genere è tutto più difficile, anche perché di norma hanno una vita meno indipendente, devono passare più tempo in casa e hanno sempre i figli “tra i piedi”.

E se tutto questo sembra un mondo lontano e incredibile, beh, forse conviene guardarsi meglio in giro. Perché nei gruppi e nei siti per i matrimoni di convenienza non ci sono solo musulmani magrebini, ma anche tantissimi asiatici e africani di ogni religione, un’infinità di cristiani latinoamericani e non poche persone nate e cresciute in Europa o in America del nord da famiglie “autoctone”. A dimostrazione che le società di tutto il mondo hanno ancora tanti passi da fare nel cammino per il rispetto della diversità.

 

Pier
©2017 Il Grande Colibrì

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