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Non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sĂ© alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso“: è questo il succo del responsum che la Congregazione per la dottrina della fede ha pubblicato il 15 marzo. “La Chiesa – scrive ancora la Congregazione – rammenta che Dio stesso non smette di benedire ciascuno dei suoi figli pellegrinanti in questo mondo, perchĂ© per Lui siamo piĂą importanti di tutti i peccati che noi possiamo fare. Ma non benedice nĂ© può benedire il peccato: benedice l’uomo peccatore“.

Il documento è stato una doccia gelata per chi credeva e sperava in un percorso, anche se lento e graduale, di apertura della Chiesa cattolica alle minoranze sessuali. E ha spaccato la Chiesa stessa, con molti prelati che hanno già dichiarato pubblicamente che non obbediranno a quanto deciso in Vaticano.

trans accolti chiesa anglicanaStop alla Guardia

Ma le proteste non sono solo interne all’istituzione. In Svizzera, per esempio, Muriel Waeger, direttrice francofona della Lesbenorganisation Schweiz (Organizzazione lesbica svizzera; LOS), ha lanciato un appello sul giornale di Losanna Le Matin Dimanche: “La Chiesa deve prendere coscienza delle conseguenze pesantissime delle sue dichiarazioni per i credenti omosessuali, che possono portare a terapie di conversione, rifiuto da parte delle famiglie e suicidi“. E per questo lancia una proposta shock: ritirare la Guardia svizzera pontificia, il gruppo di mercenari che dal 1506 difende il papa e il Vaticano.

Secondo l’associazione lesbica, la Svizzera starebbe violando la propria stessa costituzione, che sancisce il principio di uguaglianza, finanziando soldati al servizio di uno stato che invece discrimina e nega pari diritti alle persone. La proposta, secondo Waeger, sarebbe importante anche per tutelare i 135 ragazzi elvetici secondo lei “inviati” in Vaticano: “Proviamo inquietudine per i membri della Guardia: sappiamo che alcuni sono omosessuali. Non possiamo tollerare che questi soldati, formati in Svizzera, debbano subire le discriminazioni decise dal paese nel quale li inviamo a prestare servizio“.

Proposta impossibile

Insomma, spariranno le rinascimentali divise rosse, gialle e blu che fanno la gioia degli occhi di tant@ turist@ e dei cuori di tanti porporati? Rispondere che è altamente improbabile è dire poco. Anche e soprattutto perchĂ© la proposta si basa su informazioni scorrette. La Guardia svizzera è un’istituzione della Santa Sede e non dipende in nessun modo dalla Confederazione Svizzera: Berna non invia e non finanzia nessuno e quindi, anche se volesse, non avrebbe nessuno strumento per sciogliere o ritirare il corpo armato dal Vaticano. BisognerĂ  trovare altri modi per cercare di far cambiare idea alla Chiesa cattolica…

Pier Cesare Notaro
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: Il Grande Colibrì / elaborazione da Max Pixel (CC0)

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