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Nel nuovo parlamento brasiliano che si insedierà tra pochi giorni, non ci sarà neppure un deputato LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali), o almeno nessuno che si dichiari tale. In realtà un politico omosessuale è stato anche eletto, ma ha rinunciato al suo seggio ancor prima di iniziare a occuparlo.

Una vita minacciata

Anche proteggere una vita minacciata è una strategia di lotta in vista di giorni migliori. Abbiamo fatto molto per il bene comune e faremo ancora molto quando arriverà un tempo nuovo, anche se con altri mezzi!“: con queste parole digitate su Twitter Jean Wyllys, gay dichiarato del Partido Socialismo e Liberdade (Partito socialismo e libertà; PSOL), ha annunciato di rinunciare al suo terzo mandato parlamentare consecutivo a causa di pesanti minacce di morte. Wyllys ha anche abbandonato il Brasile per rifugiarsi probabilmente in Uruguay.

Come spiega in un’intervista, il numero e il livello delle minacce è diventato insostenibile e queste minacce sono sempre più credibili in un paese in cui la campagna elettorale del candidato di estrema destra Jair Bolsonaro, eletto nuovo presidente del Brasile, ha scatenato un’ondata di violenze e di omicidi contro le minoranze sessuali. Wyllys stesso vive continuamente sotto scorta da quando la sua compagna di partito, l’attivista bisessuale Marielle Franco, è stata assassinata.

sagoma morto

Chi è Jean Wyllys

La vita di Jean Wyllys è diventata complicata da quando, nel 2005, ha partecipato come unico omosessuale alla versione brasiliana del Grande Fratello: anche se ha vinto il reality show, contro di lui si è abbattuta una valanga di insulti, di minacce e di fake news, in cui gli si attribuivano falsamente insulti contro i cristiani ed elogi della pedofilia.

Nel 2010 è entrato in parlamento nelle fila del PSOL, partito di estrema sinistra anti-capitalista e femminista, e ha iniziato a battersi per far riconoscere le coppie dello stesso sesso e per offrire ormoni gratuitamente alle persone transgender, ma anche per difendere i diritti dei lavoratori del sesso e per introdurre l’insegnamento dell’arabo nelle scuole.

Ma ora il timore principale di Jean Wyllys è probabilmente legato alla profonda inimicizia personale che lo contrappone a Bolsonaro. Questo vero e proprio odio è motivato non solo da una contrapposizione ideologica fortissima, ma anche da un episodio particolare: nel 2016 Bolsonaro ha reso esplicito omaggio al colonnello che negli anni della dittatura aveva brutalmente torturato l’allora presidente Dilma Rousseff e Wyllys ha reagito sputandogli in faccia. Sapendo quali sono i personaggi che il nuovo presidente prende a modello, temere una sua violenta vendetta non sembra così illogico.

Pier Cesare Notaro
©2019 Il Grande Colibrì
foto: Il Grande Colibrì

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