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Osake oggi può finalmente festeggiare la sua prima carta di identità in Italia. La sua storia sembra abbastanza incredibile, ma abbiamo avuto tutti i riscontri del caso, quindi è proprio vera. Quando è scappato dalla Nigeria dopo avere rischiato di essere ucciso e di finire in carcere per la sua omosessualità, e dopo essere rimasto bloccato più di un anno in Libia, era finalmente approdato in Italia.

Era ancora minorenne, ma per qualche motivo è stato rimpatriato in Nigeria senza che gli venisse data l’opportunità di fare una richiesta di asilo o di essere accolto in quanto minore non accompagnato. In Nigeria, però, non poteva restare e così ha rifatto tutto il viaggio per la seconda volta e in Italia, ancora una volta, gli avevano detto che non poteva fare domanda, perché era stato già rimpatriato. Così ha provato ad andare in Svizzera e poi in Germania, ma dopo un anno gli hanno detto che – essendo approdato in Italia – poteva fare richiesta d’asilo solo da noi.

A quel punto, disperatissimo, è tornato indietro e ha chiesto aiuto al suo amico Evon, che si trovava in Italia e che noi stavamo già aiutando. Evon, che adesso è rifugiato, ci ha messo in contatto con lui e finalmente siamo riusciti a fare partire la sua richiesta di asilo, con l’aiuto di UNHCR. Purtroppo, però, Osake era stato inserito in un centro di accoglienza che non faceva il suo dovere, e non rilasciava residenze. Abbiamo smosso mari e monti e alla fine Osake è stato trasferito in un centro di accoglienza con cui collaboriamo, che gli ha fatto avere la residenza. E finalmente adesso può stringere fra la mani la sua prima carta di identità. Per lui è una grande conquista.

Lo sapevate che avere una residenza non è affatto scontato?

In Italia avere una carta di identità è essenziale per attivare lo SPID, aprire un conto corrente, firmare un contratto di lavoro o di affitto. Però per avere una carta d’identità è essenziale avere una residenza, e nel caso dei richiedenti asilo – che non hanno mai avuto una residenza in Italia – solo i centri di accoglienza possono farne richiesta.

Ci sarebbe la sentenza 186/2020 della Corte Costituzionale che stabilisce che, per i richiedenti asilo, avere una residenza in Italia è un diritto, ma purtroppo molte strutture continuano a negarlo, approfittandosi del fatto che i richiedenti asilo non hanno gli strumenti per poterlo affermare. Così può anche succedere che un richiedente asilo possa restare senza un documento d’identità per anni, precipitando in un circolo vizioso che potrebbe compromettere tutto il suo percorso di integrazione in Italia. Anche se poi gli fosse riconosciuta una qualche forma di protezione internazionale.

 

Se volete rivolgere una domanda allə ragazzə del Nido, potete scrivere una mail all’indirizzo piacenza@ilgrandecolibri.com
Le risposte verranno pubblicate sulla pagina del Nido del Colibrì!

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