Skip to main content

Durban, la città portuale più grande del Sudafrica nella provincia di KwaZulu-Natal, diventa protagonista di un nuovo sconcertante assassinio di un ragazzo omosessuale. Purtroppo ultimamente il paese è stato scosso da diverse uccisioni simili e la preoccupazione e paura della comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex e asessuali) si fa sempre più grande.

Come dichiarano i parenti della vittima, la risata contagiosa di Sphamandla Khoza, un ragazzo gay di 34 anni, è stata spenta lunedì 30 marzo da un numero indefinito di aggressori che lo hanno picchiato, lo hanno pugnalato e gli hanno tagliato la gola. I dettagli dell’aggressione, come riferisce MambaOnline, non sono ancora chiari, tuttavia Nonhlanhla Mkhize, co-presidente della task force sui crimini d’odio contro le persone LGBTI nel KwaZulu-Natal, conferma che una persona si è costituita alla polizia e ha portato le forze dell’ordine sul luogo dove è avvenuto questo brutale omicidio.

Crimine d’odio

Ngidi, un parente del ragazzo ucciso, riversa la sua rabbia sui social e, sconvolto e devastato, scrive: “Il suo crimine è stato quello di vivere apertamente la sua omosessualità. Sì, Spha è morto perché qualcuno odiava così tanto la sua sessualità da decidere di porre fine alla sua vita. Oggi quella bella anima è stata rubata. È morto perché ha scelto di essere se stesso, di vivere la sua libertà in un paese che dovrebbe proteggerlo. È morto perché l’odio acceca così tanto l’umanità che preferiresti rimuovere un’anima piuttosto che creare modi costruttivi di coesistenza. Questa è la realtà quotidiana delle persone queer“.

A News24 Ngidi afferma inoltre che, nei giorni prima dell’uccisione, Sphamandla è stato vittima di bullismo per la sua omosessualità, il che potrebbe rafforzare l’idea di un omicidio a sfondo omofobo. Tuttavia, le autorità sono ancora caute sul confermare il movente omofobo e cercano di reperire maggiori informazioni sull’accaduto. Mkhize, che è anche responsabile di progetto pro tempore per il Durban Lesbian and Gay Community and Health Center (Centro comunitario e sanitario lesbico e gay e di Durban) specifica: “Non possiamo ancora confermare se sia stato un crimine d’odio, ma la brutalità del crimine suggerisce che lo sia stato davvero“.

uomo gay nero pareteGiustizia e legge

Mentre le indagini proseguono, amici e parenti di Sphamandla hanno organizzato una marcia solenne tra bandiere arcobaleno e tanta rabbia, chiedendo verità, giustizia e sicurezza per le persone LGBTQIA nel paese. Bisogna anche ricordare che una ricerca del 2017 dell’Institute for Race Relations (Istituto per le relazioni razziali) ha identificato il KwaZulu-Natal come la provincia più pericolosa del Sudafrica per le persone LGBTQIA dopo il Capo orientale.

In Sudafrica, a differenza dell’Italia, la Costituzione, all’articolo 9, proibisce le discriminazioni in base all’orientamento sessuale e all’identità di genere: questo riconoscimento fondamentale consentirà ai giudici di valutare l’eventuale aggravante. La sensibilizzazione e l’educazione della popolazione è però forse la parte più importante e faticosa per debellare i paesi dal virus dell’omobilesbotransfobia e per questo dobbiamo continuare a lottare e portare avanti le nostre battaglie, chiedendo sempre più alle istituzioni di ascoltarci.

Omicidi in serie

Purtroppo, come ho anticipato inizialmente, non è il primo omicidio contro le persone LGBTQIA di cui si parla in questo nuovo anno. È di pochi giorni fa la notizia che l’Alta corte di Durban ha condannato un uomo a 25 anni di carcere per aver ucciso nel febbraio 2020 il musicista e attivista LGBTQIA di 23 anni Lindo Cele. La modalità dell’assassinio è pressoché la stessa con cui hanno ucciso Sphamandla, cioè con diverse pugnalate sul corpo. Cele è stato trovato con un coltello ancora conficcato in un occhio, una dinamica così brutale che il giudice lo ha descritto come un “attacco odioso e selvaggio”. L’omicida sapeva dove si trovata il musicista, lo ha raggiunto balzando improvvisamente fuori da un taxi e ha cominciato a pugnalarlo ripetutamente.

Un altro omicidio è accaduto il 5 marzo di quest’anno: una donna lesbica di 37 anni di Edendale, sempre nella provincia del KwaZulu-Natal, è stata assassinata nei pressi di una scuola elementare. Il Gay & Lesbian Network (Rete gay e lesbica; GLN), appresa la notizia, ha scritto su Facebook: “È davvero triste che i crimini d’odio e la violenza di genere facciano ancora parte della nostra lotta quotidiana. Continuiamo a temere per le nostre vite ogni giorno“.

Ginevra Campaini
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: Il Grande Colibrì

Leave a Reply