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Dal 2017 almeno sette persone sono state sottoposte a esami fisici pseudoscientifici che pretendono di verificare l’omosessualità di una persona osservandone l’ano o la vagina: succede in Sri Lanka, paese tristemente famoso per le sue dure leggi contro quelli che, nelle sezioni 365 e 365A del codice penale, vengono definiti “rapporti carnali contro l’ordine della natura” e “atti osceni tra persone”. A denunciare l’accaduto è stata Human Rights Watch in collaborazione con Equal Ground, un’organizzazione umanitaria schierata in difesa dei diritti della comunità LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, intersex, asessuali) nell’isola.

Nessun@ dovrebbe subire un arresto né tantomeno torture e/o violenze sessuali sulla base di sospetti legati al suo orientamento sessualeha affermato con forza Neela Ghoshal, direttrice associata per i diritti LGBTQIA di Human Rights Watch.  Nella sua dichiarazione, Ghoshal ha inoltre aggiunto che il ministero della giustizia srilankese dovrebbe prodigarsi affinché queste pratiche violente, inumane e degradanti non trovino più alcuno spazio nel paese. Un augurio decisamente importante, a cui le autorità non sembrano purtroppo dare il benché minimo ascolto.

Polizia violenta

Stando ai dati raccolti da Human Rights Watch, le violenze ai danni della comunità LGBTQIA sono purtroppo in continuo aumento in Sti Lanka. In molti casi, i responsabili degli abusi sono proprio i membri della polizia, impegnati in vere e proprie cacce all’omosessuale. Soltanto nel 2018, ad esempio, nove uomini sono stati messi agli arresti con l’accusa di aver compiuto atti contrari alla legge e alla morale, come rivela un resoconto diffuso dal corpo di polizia srilankese, che ben si guarda dal menzionare il gran numero di intimidazioni e violenze a cui sono state sottoposti gli arrestati.

Questi abusi sono noti da tempo: già nel 2016 Human Rights Watch aveva raccolto in una ricerca le testimonianze di 61 persone LGBTQIA, 16 delle quali avevano raccontato di aver subito violenze fisiche e sessuali da parte dei poliziotti. E in alcuni casi le molestie degli agenti erano culminate in uno stupro. Chi ancora avesse dubbi sullo stato di insicurezza e precarietà in cui sono costrette a vivere le persone LGBTQIA in Sri Lanka farebbe meglio a ricredersi: il livello di sopraffazione e di violenza contro le persone più deboli e indifese è davvero troppo alto per poter passare inosservato.

Nicole Zaramella
©2020 Il Grande Colibrì
immagine: Il Grande Colibrì

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