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Il concorso Mr Gay World South Africa, che dichiara di avere come obiettivo quello di identificare la persona migliore per rappresentare la comunità LGBTQIA+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali e asessuali) del Sudafrica, ha incoronato sempre e solo uomini bianchi, nonostante il fatto che meno dell’8% della popolazione del paese sia bianca. Il dato sembra più consono al vecchio Sudafrica dell’apartheid che a una gara per rappresentare la comunità arcobaleno della nazione arcobaleno…

Il mister ripescato

A inizio 2021 il voto del pubblico era andato soprattutto al nero Shanon Kannigan, ma la giuria gli aveva preferito il bianco Louw Breytenbach, che quindi era stato proclamato Mr Gay World South Africa. Ora però Breytenbach è stato eletto Mr Gay World e quindi ha lasciato lo scettro nazionale al “primo principe”, come viene definito il secondo arrivato nella classifica della giuria. In questo modo il Sudafrica si è ritrovato con il primo Mr Gay nero: Bonginkosi “Bongs” Ndima. Quest’ultimo è un piccolo imprenditore, attore e modello, conosciuto anche per aver partecipato a un reality show. Si definisce “compassionevole, determinato e ambizioso“.

Ndima è anche un attivista per il benessere mentale maschile, tema al quale si dedica anche attraverso la fondazione che ha creato: “Penso che la maggior parte di noi uomini non sappia come condividere e comunicare le proprie emozioni, soprattutto perché abbiamo ricevuto un’educazione patriarcale e non ci hanno insegnato ad amare, a comunicare, a provare compassione. La mia missione sarà di cercare di modificare il modo in cui gli uomini considerano cose come la terapia, la cura di sé e la salute mentale in generale“.

uomo nero africano buioConcorso in bianco

In un’intervista a Mamba Online, Bongs Ndima ha parlato anche di come vive il fatto di essere il primo Mr Gay sudafricano nero: “Spero che questo in futuro incoraggerà altre persone queer nere a impegnarsi e a far sentire la propria voce, ma soprattutto a rinforzare l’idea che l’omosessualità non è ‘non africana’, ma esiste nella nostra cultura“. Ndima attribuisce l’assenza di vincitori neri all’educazione patriarcale che riceve la maggior parte degli uomini neri e che “non ci permette di partecipare a un concorso di bellezza, perché sembreremmo deboli. Sono felice di essere qui per smentire e cambiare questo stereotipo: io sono un uomo nero, forte e gay“. La risposta, però, magari spiega perché i ragazzi neri partecipano di meno, ma non perché non hanno mai vinto.

Su IOL Bongs Ndima si sbottona un po’ di più: “Non può essere giusto che io sia il primo nero a ottenere il titolo quando la competizione si tiene da più di dieci anni. Spero che non sarò l’ultimo: abbiamo bisogno di facce di colore, di persone che non abbiano paura di dire la loro“. Poi finalmente osa muovere qualche critica non troppo aperta al concorso: “La competizione è aperta a tutti, è vero, ma non penso che sia davvero accessibile a tutti. Per il futuro penso che abbiamo bisogno di renderla il più inclusiva e diversificata possibile, in modo che tutti abbiano una possibilità in modo imparziale“. Un primo passo utile potrebbe essere evitare che tutti gli organizzatori, tutti i presentatori e la maggioranza dei giurati siano bianchi, come succede invece ora?

 

Pier Cesare Notaro 
©2021 Il Grande Colibrì
immagini: Il Grande Colibrì

 

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Pier Cesare Notaro: “Antifascista, attivista per i diritti delle persone LGBTQIA e delle persone migranti, dottore di ricerca in scienze politiche, mi sono interessato da subito ai temi dell’intersezionalità” > leggi tutti i suoi articoli

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