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Right now the bulk of our work has to be among ourselves – self educating, fending off attacks, and building free territory. Thus basically we have to have a gay/straight vision of the world until the oppression of gays is ended.
Carl Wittman

Myriam Cristallo è stata indubbiamente una firma che, sotto vari pseudonimi, ha contribuito a rendere grande la prima rivista LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e trans) italiana. Il numero zero di FUORI! si componeva di poche pagine e venne distribuito a mano. Si trattò di un vero e proprio esperimento pionieristico che condusse nel giugno del 1972 all’uscita in edicola del primo numero del mensile.

Oltre che con i suoi scritti, Myriam è stata attivamente partecipe di quell’onda di liberazione (omo)sessuale che partendo da Torino si diffuse in altre città del paese e che contribuì a quell’azione di lotta politica e identitaria che avrebbe cambiato lentamente ma inesorabilmente la mentalità dell’opinione pubblica italiana.

Un contesto di contestazione

Il Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano, dal cui acronimo deriva il titolo della rivista, nasceva sulla scia dei cambiamenti storici e sociali che sul finire degli anni ’60 stavano avvenendo a livello globale: i fatti di Stonewall e il Maggio francese, la primavera di Praga e le lotte per i diritti delle persone afroamericane, Martin Luther King e Malcolm X, il Gay Liberation Front negli Stati Uniti e le lotte anti-colonialiste in Algeria sono solo alcuni dei fatti che si ergevano sullo sfondo alla nascita dei movimenti di liberazione nemici di ogni rigetto di conservatorismo e fascismo.

Mentre oltreoceano s’instaurava il Women’s Liberation Movement (Movimento di liberazione delle donne) e si svolgeva la prima sfilata dell’orgoglio gay, in Europa nasceva il Front homosexuel d’action révolutionnaire (Fronte omosessuale d’azione rivoluzionaria; FHAR), con somma benedizione di Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre. In tale contesto Angelo Pezzana organizzò a Torino un gruppo di amici con cui discutere sui temi fondamentali per le persone gay e con cui porre in essere azioni efficaci, volte a far valere i diritti delle persone omosessuali.

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All’epoca le cronache giornalistiche erano stracolme di ritratti di omosessuali ritenuti capaci di ogni aberrazione e molto più spesso vittime di esse. In ogni modo si trattava di mostri da schiaffare in prima pagina. Niente di più. Il Congresso del Centro Italiano di Sessuologia svoltosi a Sanremo nel 1972, che in larga parte avvalorava tali pregiudizi, avrebbe prodotto la prima grande contro manifestazione anti-sistema organizzata da persone LGBT in Italia.

Il libro di Myriam Cristallo

Nel suo “Uscir fuori. Dieci anni di lotte omosessuali in Italia: 1971-1981”, recentemente ristampato da Sandro Teti editore (16€, 205 pp.), l’autrice ci parla di questo fatto e di molte altre tappe che hanno caratterizzato il cammino di emancipazione verso i diritti delle minoranze sessuali. Lo fa accompagnando chi legge in un viaggio denso di sconfitte, ma soprattutto di vittorie, che sin dall’esordio hanno caratterizzato il gruppo di cui ha fatto parte per anni.

Tra i tanti meriti del libro vi è indubbiamente quello, in accordo con Giovanni Dall’Orto, di fornire alle nuove generazioni una panoramica esauriente del processo di autodeterminazione e degli sforzi immani che chi le ha precedute ha dovuto affrontare perché loro possano godere oggi di determinati diritti.

Il FUORI! è stato, come altri movimenti e fronti suoi contemporanei o successivi, un importante agente di opposizione ai dettami di una mentalità borghese basata sulla “rispettabilità” e su un sentimento religioso intriso di senso di colpa e di peccato che ancora caratterizzava l’intera società italiana (classe politica inclusa, a destra come a sinistra) nel decennio tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso.

L’autrice alterna la ricostruzione dei fatti storici con ricordi e impressioni personali, regalandoci inoltre una serie di ritratti esaurienti su alcuni personaggi noti della cultura e della politica: da Umberto Eco a Pier Paolo Pasolini, da Dario Bellezza a Fernanda Pivano, da Pannella a Mario Mieli. Quest’ultima dicotomia racchiude in sé uno dei temi caldi del libro: l’opposizione tra radicali e marxisti all’interno del neonato movimento di liberazione.

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Radicali o marxisti: la rottura

Il cambiamento si sarebbe dovuto giocare su un terreno condiviso dai vari soggetti in lotta e ben riassunto dal manifesto gay redatto da Carl Wittman: il comune denominatore di queste lotte aveva sin dal principio un’impronta marxista e anti-capitalista, la stessa che veniva rivendicata da una parte dei suoi ex adepti quando il FUORI! decise di avvicinarsi sempre più al partito radicale, che spesso era accusato di appropriarsi di alcuni “temi di sinistra”. Questa diversità di vedute si inasprì nel 1976 quando la componente milanese del gruppo decise di rendersi autonoma per tener fede a quell’ideale anti-maschilista e anti-familiare, quindi anti sistema borghese, in maniera diversa rispetto al primo fondatore torinese.

Mario Mieli continuò a essere una figura di spicco tra i secessionisti; oramai aveva raggiunto una certa fama a livello nazionale legata alla pubblicazione del suo “Elementi di critica omosessuale”. A lui si deve inoltre la creazione del Collettivo di teatro “Nostra Signora dei Fiori”, nome ispirato dall’omonima opera di Jean Genet.

Solamente un anno prima, nel 1976, il FUORI! aveva organizzato il primo congresso di sole donne omosessuali dal titolo “La lesbica nella società maschile omosessuale”. Al 1978 risale l’istituzione della settimana del cinema gay a Torino, a pochi mesi dalla cosiddetta “Biennale del dissenso” del 1977 a Venezia dedicata al regista sovietico Sergej Iosifovič Paradžanov.

Lo stesso anno la rivista Lambda aveva funto da tramite per la nascita e lo sviluppo di vari collettivi omosessuali tra cui il Collettivo Omosessuale della Sinistra Rivoluzionaria (COSR). Altre esperienze contemporanee di una certa rilevanza furono il Mario Mieli di Roma e il Collettivo frocialista di Bologna. Nella stessa città, nacque il Movimento Identità Transessuale (MIT), che oggi come allora difende e sostiene i diritti di transessuali, travestiti, transgender e genderqueer.

Il FUORI! si sciolse nel 1981, reduce da un periodo di crisi durato tre anni, lasciando un’eredità che a distanza di pochi anni avrebbero raccolto altre realtà ancora fondamentali affinché si raggiungano nuovi traguardi e siano ben difesi i diritti ottenuti grazie a persone come Myriam. D’altronde, come ci ricorda la stessa autrice in una tra le pagine più coinvolgenti del sul libro, “l’omosessualità è un’esperienza sociale, non solamente individuale”.

 

Massi
©2017 Il Grande Colibrì

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