Skip to main content

Alla fine dell’anno scorso l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Liu Zhenyun “Yi ju ding yiwan ju” (Qualcuno con cui parlare) è stato proiettato nell’intera Cina. Il film tocca un argomento molto delicato: il tradimento femminile. Il protagonista maschile Niu Aiguo scopre l’infedeltà della moglie Pang Lina e decide di ucciderla tramite un sicario. Nel conflitto di Niu tra “il sopportare o il non sopportare”, “l’uccidere o il non uccidere”, gli spettatori finiscono per provare compassione verso la moglie adultera, ritenendola per niente esecrabile, ma anzi sentendola vicina.

A causa della millenaria cultura patriarcale in ogni tempo e luogo, senza eccezione, sono sempre esistiti due pesi e due misure: il crimine di infedeltà maschile è considerato alquanto lieve, mentre l’infedeltà femminile è ritenuta piuttosto grave. La cosa più ingiusta è l’innocenza addossata all’adulterio maschile a fronte della colpevolizzazione del tradimento femminile.

Nelle opere cinematografiche e letterarie il massacro della donna, in quanto infedele, si può trovare dovunque: in Occidente nell’Otello, in Cina in Wu Song che uccide con veemenza Pan Jinlian [Wu Song è l’eroe del romanzo “Jin Ping Mei” (Il Loto dorato), scritto durante l’epoca Ming; Pan Jinlian è un personaggio del romanzo che incarna il topos di femme fatale e di donna malvagia; ndr]. Alla fine si scopre che il tradimento di Desdemona, la moglie di Otello, non è mai avvenuto e si prova tristezza per l’ingiustizia da lei subita, ma, ciononostante, se il tradimento fosse veramente accaduto? Probabilmente tutti avrebbero ritenuto che lei dovesse morire, che la rabbia dovesse essere liberata, che fosse giusto così.

Alcuni anni fa [prima dell’abolizione nel 2012; ndr] in Iran vigeva ancora la lapidazione: secondo la legge tradizionale la donna adultera veniva posta all’angolo di una strada e i passanti, riuniti attorno in cerchio, la uccidevano con l’utilizzo di pietre. Ciò provocò ondate di proteste femministe in tutto il mondo. La logica che stava dietro tale caso giudiziario (l’utilizzo di due pesi e due misure tra uomini e donne) attraversa tutte le epoche: come mai, infatti, non si è mai vista una lapidazione di uomini adulteri?

Le statistiche delle ricerche sociologiche mostrano che l’infedeltà dei mariti è più frequente di quella delle mogli. In passato negli USA questi dati erano circa il 60% per i mariti e circa il 25% per le mogli. Dopo la rivoluzione sessuale degli anni ‘70 il sesso femminile si avvicinò al sesso maschile sotto ogni indicatore, compreso l’indice delle relazioni extramatrimoniali, dove uomini e donne occupavano entrambi il 40% circa.

Dato che il tradimento è principalmente un problema emotivo tra marito e moglie, malgrado vi sia una completa lesione del rapporto matrimoniale, esso non è un reato nel quale una parte viene danneggiata (come ad esempio per il ferimento fisico, la rapina e il furto), ma entrambe le parti hanno delle responsabilità: la parte adultera è certamente colpevole, ma la parte lesa non è affatto innocente. Infatti, non ci si può appropriare della totalità delle componenti emotive di un’altra persona.

Nel film le circostanze sono esattamente queste: la moglie ritiene che non ha più niente da dire al marito e che il sentimento sia scomparso. In tal modo sembra che la parte lesa talune volte sia imparziale. Tuttavia le situazioni riguardanti problematiche emotive sono intricate poiché i sentimenti non sono concreti come gli oggetti, e per tale ragione infliggere una pena a fronte di una ferita emotiva non è così semplice come per il deterioramento di un bene. Quando in cuor proprio il matrimonio diventa una prigione, l’adulterio è la fuga del detenuto dal carcere. In questo senso. nel film il tradimento della moglie è perdonabile, ma la punizione ingiusta.

Il modo corretto di guardare all’adulterio della moglie nel film è il seguente: per prima cosa, dal punto di vista dell’etica matrimoniale l’adulterio deve essere criticato severamente poiché viola la promessa di reciproca fedeltà del contratto matrimoniale.

In secondo luogo i diritti delle persone rimangono integri: con la conclusione del contratto matrimoniale non può verificarsi la perdita del diritto di amare e di fare sesso con una terza persona al di fuori del matrimonio. Per questo motivo “l’adulterio” matrimoniale viola soltanto la promessa di fedeltà, il contratto coniugale e l’etica del matrimonio, ma non è affatto un reato penale né tanto meno una ragione per uccidere.

Terzo, “l’adulterio” matrimoniale è un “giocare col fuoco”che possiede un’enorme forza distruttiva verso il matrimonio, e la parte interessata quando si ritrova coinvolta in questo tipo di comportamento deve essere sufficientemente cosciente delle gravi conseguenze.

Una volta ho sentito questa affermazione estrema: la letteratura ha un unico tema, che è l’adulterio. A questo voglio aggiungere che il tradimento femminile è un argomento molto più insidioso da raccontare rispetto al tradimento maschile. Data la sua maggiore problematicità nei riguardi del modo di pensare e dell’ordine sociale patriarcale vigente, esso tocca i livelli profondi della coscienza sessuale delle persone, ed è per questo che “Yi ju ding yiwan ju” ha esercitato un forte interesse sugli spettatori.

 

Li Yinhe per Sina
traduzione di Magenta
©2017 Sina – Il Grande Colibrì

Leave a Reply