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Le notizie di questa settimana:
1. Guerra in Yemen, nuova emergenza profughi in arrivo
2. Camerun, Boko Haram e la radicalizzazione religiosa
3. Schiavitù, possiamo fidarci delle leggi in Mauritania?
4. Malesia, il governo in crisi punta tutto sul razzismo
5. USA, scambiato per terrorista un ragazzino creativo

Guerra in Yemen, nuova emergenza profughi in arrivo
Se negli ultimi anni tra chi cerca rifugio in Europa è cresciuto enormemente il numero di siriani, con ogni probabilità lo stesso fenomeno riguarderà molto presto anche gli yemeniti: anche se non riceve alcuna attenzione da parte di media e governi occidentali, la guerra in Yemen ha proporzioni devastanti. Nel paese mediorientale 6 milioni di persone non hanno cibo a sufficienza, 12 milioni non hanno accesso all’acqua potabile, gli ospedali sono chiusi e le prospettive di pace sono lontanissime [thenation.com].

Camerun, Boko Haram e la radicalizzazione religiosa
I sempre più frequenti attentati del gruppo terroristico islamista Boko Haram in Camerun sono solo la punta dell’iceberg di una radicalizzazione religiosa più profonda e più ampia, scrive Hans de Marie Heungoup su africanarguments.org: da una parte il tradizionale e pacifico islam sufita è sfidato dal wahhabismo importato dal Sudan e dall’Arabia saudita, dall’altra alcune organizzazioni cristiane evangeliche fondamentaliste e violente sottraggono sempre più fedeli alle chiese cattoliche e protestanti.

Schiavitù, possiamo fidarci delle leggi in Mauritania?
Il parlamento della Mauritania ha approvato una nuova legge che inasprisce le pene contro la schiavitù, allargando la definizione del reato e prevedendo pene fino a vent’anni di carcere. “Ma bisognerebbe applicare questa legislazione” scrive  senenews.com. I dubbi sono più che legittimi: sebbene la schiavitù sia stata abolita nel paese ben tre volte di seguito (1905, 1961 e 1981), per ora una sola persona è finita in carcere nel 2011, scontando, tra l’altro, solo due mesi dei ventiquattro previsti dal giudice. In prigione finiscono invece gli attivisti che lottano per la liberazione degli schiavi, come Biram Dah Abeid, uno dei leader del movimento abolizionista [mariagroot.com].

Malesia, il governo in crisi punta tutto sul razzismo
Dopo la manifestazione delle “magliette gialle” che chiedeva le dimissioni del premier Najib Razak, in Malesia sono scese in piazza le “magliette rosse” a favore del governo. Questa seconda manifestazione ha avuto toni razzisti, dal momento che ha preso di mira il carattere multietnico del paese, ed in particolare la minoranza cinese. Secondo molti osservatori, il partito al governo, in gravi difficoltà per gli scandali di corruzione, punta sull’intolleranza etnica e religiosa per sopravvivere [themalaymailonline.com].

USA, scambiato per terrorista un ragazzino creativo
Un ragazzino texano di 14 anni crea con le proprie mani una sveglia e la porta a scuola per mostrarla all’insegnante di tecnologia. Tutto bene? No, perché il ragazzino si chiama Ahmed Mohammed ed è musulmano. E così l’orologio viene scambiato per una bomba e Ahmed viene subito arrestato. Una vicenda che è lo specchio di una società schiacciata dalla paura e dal pregiudizio e che ha portato a Ahmed un’ondata di solidarietà, un invito alla Casa bianca e l’incoraggiamento di Mark Zuckerberg [nytimes.com]

 

Pier
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