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La Federazione calcistica dello Zambia sta aggiornando il proprio statuto per inserire tra le sue norme, tra l’altro, una specifica regola che vieta le discriminazioni di ogni genere, incluse quelle legate all’orientamento sessuale. Di per sé la cosa non è originale: la federazione internazionale di calcio ha norme simili e perfino qualche squadra di club si è dotata di statuti che vietano comportamenti discriminatori (a cominciare dal team tedesco del Sankt Pauli; Il Grande Colibrì).

A fare la differenza potrebbe essere che lo Zambia è uno dei 35 stati africani che, da buona ex colonia inglese [Il Grande Colibrì], ha mantenuto norme fortemente discriminatorie nei confronti delle persone omosessuali, senza distinguere (come avviene altrove) tra uomini e donne.

La legge considera l’omosessualità al pari della zoofilia e il sentire comune non è molto difforme: dal 1999 esiste addirittura l’organizzazione non governativa Zambia Against People with Abnormal Sexual Acts (Zambia contro le persone con atti sessuali anormali; ZAPASA), impegnata a combattere l’omosessualità nel paese, e l’ultimo sondaggio realizzato nel 2010 nel paese su questo argomento, in cui solo l’1% degli intervistati ritiene moralmente accettabile l’omosessualità, pone lo Zambia su questo terreno molto più indietro dell’Uganda (dove il dato è dell’11%) [Pew Research Center].

Apparentemente l’approvazione del nuovo statuto della Federazione calcistica andrebbe a scontrarsi con la legge e la morale comune, anche perché prevede per chi se ne rende responsabile la sospensione o l’espulsione dalla federazione stessa [BBC]. Ma d’altra parte la revisione delle regole è richiesta proprio dalla Federazione internazionale e potrebbe portare lo Zambia a non essere più ammesso se non venisse approvata.

Secondo Landilani Banda, avvocato e docente all’Università dello Zambia, però, il problema non sussiste: la criminalizzazione della legge parla delle pratiche omosessuali, mentre l’omosessualità non è punibile in quanto tale e quindi le nuove regole del calcio non sarebbero in conflitto con le leggi dello stato che, tra l’altro, prevedono già nella costituzione una vaga norma contraria alle discriminazioni [BBC].

Tuttavia, malgrado sia un passo avanti microscopico, una regola del genere tra le norme di un paese in un tale stato in materia di diritti civili sarebbe quasi rivoluzionaria e potrebbe aprire una breccia nelle convinzioni omofobiche di qualcuno. A tre anni da una storica dichiarazione, in cui la moglie del presidente Michael Sata, Christine Kaseba, disse che “deve essere interrotto il silenzio sugli uomini che fanno sesso con altri uomini e nessuno dovrebbe essere discriminato in base al proprio orientamento sessuale” [OSISA].

 

Michele
@2016 Il Grande Colibrì

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