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Forse non tutti sanno che le app che molti di noi usano per fare nuove conoscenze non sono uno strumento del tutto sicuro. Al di là dei rischi, già purtroppo sperimentati, che qualcuno con un falso profilo attiri in una trappola persone LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) per poi arrestarle, picchiarle, ricattarle o ucciderle (è accaduto in Russia, in Turchia, in Egitto, ma anche alle nostre latitudini), le app stesse hanno spesso delle falle nei sistemi di sicurezza.

Dati personali a rischio

Il laboratorio Kapersky di Mosca ha scoperto una serie di problemi presenti in alcune delle app più popolari per darsi appuntamenti, tra cui Tinder e Bumble (essendo in Russia non sono state prese in considerazioni le app che riguardano le persone LGBTQI, ma è probabile che le falle nei sistemi di sicurezza siano simili dato che, interpellata dalla stampa americana, la più popolare di queste app gay non ha risposto). In particolare il laboratorio ha potuto verificare come per gli hacker sia possibile risalire a dati personali delle persone tramite il loro profilo, in particolare per quanto riguarda la professione, il luogo di lavoro e il luogo di abitazione [Gizmodo].

[per approfondire: Arabi su Grindr: le app gay dove l’omosessualità è reato]

Per utilizzare con maggiore sicurezza le app di incontri bisognerebbe evitare di connettersi a una rete wi-fi pubblica, installare un software che scannerizzi il proprio telefono per trovare eventuali malware ed evitare in ogni modo di inserire nel proprio profilo elementi che possano permettere di identificare la propria residenza e il luogo di lavoro. Del resto una ricerca dell’Università di Washington ha messo in evidenza come fare acquisti tramite uno smartphone permetta generalmente di tracciare alcune informazioni sulla residenza dell’acquirente, ma i ricercatori non hanno potuto chiarire se tra chi si impossessa di queste informazioni riservate ci sia qualcuno che lo fa attraverso Grindr [Wired].

Egitto, allarme su Grindr

Se le app possono rappresentare un rischio, a volte possono invece contribuire a salvare la vita. Proprio Grindr e la rivale Hornet hanno inviato ai propri utenti egiziani alcune linee guida per proteggersi dagli arresti che stanno colpendo la comunità LGBTQI del paese dopo la bandiera arcobaleno sventolata ad un concerto dei Mashrou’ Leila [Il Grande Colibrì]. Mentre il numero delle persone arrestate sarebbe salito a 70 e 20 sarebbero già state processate con pene tra i 6 mesi e i 6 anni, la polizia – ricordano da Grindr – è ancora sotto pressione e non esiterà a colpire altri innocenti.

Per questo le app consigliano di incontrare qualcuno solo se si hanno degli amici in comune e se lo si è visto in un filmato (in modo da poterlo riconoscere da lontano quando ci si avvicina al luogo dell’appuntamento): da Hornet spiegano che non ci sono ragioni per pensare che le app siano sotto controllo, ma che è meglio andare cauti, considerata la situazione. Ma Amnesty International ed l’Egyptian Initiative for Personal Rights (Iniziativa egiziana per i diritti personali; EIPR), nello spiegare che la maggior parte degli arresti riguarda persone che non erano al concerto, hanno spiegato che i fermi della polizia sono avvenuti in spazi pubblici o proprio a seguito di appuntamenti dati tramite app di incontri [Haaretz].

 

Michele
©2017 Il Grande Colibrì

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